“L’Italia ha sollevato un tema che, come spesso avviene nel mondo dello sport, è complesso. Perché c’è la competizione, la scienza, l’etica. Certo, la pugile algerina è una donna. Lo dice il suo passaporto. Non esiste traccia di alcun cambio di sesso. L’Italia ha una sua articolazione di pensiero che non può essere ridotta a singoli ministri. Ognuno esprime la propria opinione e poi ciascuno si fa un’idea. La presidente Giorgia Meloni nel suo incontro con il presidente del Cio, Bach, ha posto una questione complessa: l’inclusione, l’equa competizione e la salute degli atleti devono convivere. Come? Perdonatemi, ma non si può affrontare questo tema con il tifo da stadio. Va analizzato una volta per tutte in maniera seria, prima di tutto nel rispetto degli atleti e delle atlete”. Lo ha detto il ministro dello sport, Andrea Abodi, a La Repubblica, commentando ancora una volta il caso Carini-Khelif: “Bisogna affrontare il tema in via generale: che fare quando in uno sport esiste una differenza fisica e fisiologica tra gli atleti che competono tra di loro? Il Cio ha scelto la strada inclusiva dell’attestazione burocratica. Guardiamo i documenti e stop. Quindi: le donne, anche iperandrogine, dunque con una forza straordinaria, partecipano sempre alle gare con le altre donne. Credo invece ci sia bisogno di un ragionamento scientifico più allargato che tenga conto della situazione fisica dell’atleta ma che rispetti anche l’avversaria. Provo a dirlo più semplicemente: c’è una differenza sostanziale tra le discipline. Una cosa è un secondo, un metro, un rimbalzo di differenza. Un’altra quando parliamo di sport in cui c’è lo scontro fisico diretto e dove, oltre alla vittoria, è in gioco la salute degli atleti”.
E su quali debbano allora essere le avversarie di Khelif: “Non ho una risposta perché semplificherei e dunque sbaglierei. Invece dico: discutiamone, analizziamo la vicenda in maniera seria. E magari arriviamo alla stessa conclusione del Cio: Imane deve gareggiare con Angela. Ma un tema così non ce lo possiamo trovare in mano a qualche ora dall’inizio delle Olimpiadi. Serve consapevolezza”.