Silvana Stanco è nella leggenda dello sport italiano: ha conquistato una medaglia d’argento strepitosa nel tiro a volo e ha coronato il sogno di una carriera. L’azzurra del trap ha peraltro una storia molto particolare, come spesso avviene con gli sportivi, e a suggerirlo è la sua località di nascita, Zurigo, in Svizzera. Ma Stanco è italianissima: la sua famiglia per parte di padre è originaria dell’Irpinia in Campania, ma a causa di quel maledetto terremoto del 1980 suo padre perse tutto e fu costretto a emigrare alla ricerca di fortuna. Lì ha conosciuto la madre di Silvana e la fortuna è poi arrivata con lo sport: papà Donato è anche lui un tiratore, e Stanco ha seguito le sue orme. L’ha spinta a iniziare all’età di 15 anni, quando ha cominciato da tiratrice destra e poi con il lavoro costante è diventata una tiratrice sinistra. Aver mancato il pass per Rio de Janeiro 2016 è stato un duro colpo per lei, ma l’ha pienamente superato e poi quel quinto posto a Tokyo che le ha dato la spinta per riprovarci a Parigi, fino alla grande emozione di una medaglia olimpica.
Come ci ha raccontato qualche anno fa, l’inizio è stato quasi comico: “La mia prima, in cui ero ancora una principiante, l’aveva vinta mia padre mentre io arrivai ultima: una classifica così, con due Stanco agli antipodi, fa sempre sorridere come ricordo. Da un certo punto in poi, però, ho cominciato a vincere io. Anche se, ancora adesso, papà mi stuzzica e mi dice ‘Ora ti batto’…”.
Sulla sua infanzia in Svizzera: “Quando cresci all’estero ti senti sempre ‘la straniera’. Mi sentivo italiana, tifavo per il calcio italiano, guardavo la televisione italiana. Adesso che sono qui per molto tempo durante l’anno, mi rendo conto che sono svizzera in molti aspetti: la precisione, l’ordine, la puntualità , cose che qui forse mancano un po’ e per questo quando torno a casa è un sollievo (sorride, ndr)”.