Olimpiadi Parigi 2024

Italia da 30 e lode: una giornata tinta d’azzurro tra storia, ori e rimonte

Alice D'Amato
Alice D'Amato - Foto Ferraro/CONI

Un mese intero con almeno un giorno a medaglia. Un’Italia che non ha alcuna voglia di fermarsi alle Olimpiadi di Parigi 2024 prolunga la sua striscia aperta e dà un’ulteriore prova della sua incredibile poliedricità a livelli di eccellenze. In Francia si riscrive ancora la storia nella ginnastica artistica, con le due commoventi medaglie di Alice D’Amato e Manila Esposito. Oro e bronzo nella trave, ripetiamo: oro e bronzo per una prima volta indimenticabile. Le due ‘Fate’ dimostrano di non avere limiti dopo l’argento a squadre, poi l’incredibile Alice lascia tutti senza parole. Dopo un quarto posto nell’all-around, la classe 2003 piazza un esercizio da urlo mentre Simone Biles si dimostra (finalmente) umana, forse per la prima volta in questi Giochi. Un podio da poster, da appendere in qualsiasi palestra: il talento e il lavoro, prima o poi, pagano, sempre.

Così come per Nadia Battocletti, protagonista nella finale dei 5000 m femminili. Applausi a scena aperta per il suo quarto posto e nuovo record italiano in 14:31.64, poi però il monitor la piazza sul podio. Punita con la squalifica la kenyana Kipyegon per un’azione di ostruzione su Tsegay nel concitato tentativo di prendere le posizioni in testa al gruppo. Da un possibile uno-due per il Kenya si passa così a un nuovo podio azzurro e sul rispetto provato dalle colleghe per Nadia c’è poco da discutere: “Non mi importa, sono felice per l’italiana”, la reazione in diretta dell’olandese Hassan alla scoperta in diretta, durante un’intervista a caldo al termine della finale. Il ricorso della federazione kenyana ci strozza per il momento l’urlo in gola, ma c’è ancora una speranza con il contro-ricorso italiano per il bronzo: in pochi se la meriterebbero più di Nadia.

Ma nel pomeriggio il ‘Canto degli italiani’ aveva riempito anche lo Chateauroux Shooting Centre con lo strepitoso oro nella squadra mista dello skeet. Gabriele Rossetti e Diana Bacosi si lasciano alle spalle i dispiacere delle gare individuali e salgono sul gradino più alto del podio, battendo la leggenda Hancock (quattro volte campione olimpico) e la Smith. Un piattello in più fatto fumare rispetto agli americani, quanto basta per decidere una finale vissuta col cuore in gola.

Così come il quarto di finale di volley della nazionale maschile, di diritto tra le possibili sliding doors. Il sogno olimpico resta in piedi con la qualificazione in semifinale, ma la parola ‘tabù’ si era riaffacciata pericolosamente sulle labbra di tutti con il Giappone avanti di due set e 24-21. Con un turno di servizio di Giannelli – che ricorda da vicino quello di Zaytsev contro gli Stati Uniti a Londra 2012 – la squadra di Fefè De Giorgi costruisce una rimonta epica e sogna ancora in grande. Così come oggi, 5 agosto, ci hanno insegnato Alice, Manila, Diana e Gabriele.

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