C’è chi in un giorno storico è primo tra gli umani. E chi si toglie la soddisfazione di regalarsi la prima volta d’oro sul ‘campo’ dei padroni di casa. E infine chi, nonostante passi il tempo e cambino gli avversari, continua ad essere lì sul podio più ambito. Nella copertina azzurra del martedì 30 luglio dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 ci sono le ragazze della ginnastica artistica, argento nella finale a squadre, la nazionale di spada femminile oro nell’ultimo atto contro la Francia e Gregorio Paltrinieri, bronzo negli 800 stile libero.
Non è un oro, ma è come se lo fosse quello delle Fate. Perché davanti c’è una nazionale irraggiungibile come quella statunitense guidata da Simone Biles. E perché quel metallo, l’argento, mancava da 96 anni, dai Giochi del 1928. La nazionale di ginnastica artistica femminile, composta da Angela Andreoli, Alice D’Amato, Manila Esposito, Elisa Iorio, Giorgia Villa, scrive una pagine indelebile di storia, precedendo sul podio della finale a squadre il Brasile di un’altra fuoriclasse come Rebeca Andrade. Un risultato leggendario, ma gli indizi c’erano tutti. Un po’ perché a Tokyo la squadra si piazzò al quarto posto. E un po’ perché le cinque finali di specialità conquistate pochi giorni fa (tre di D’Amato e due di Esposito) erano un segnale chiaro per tutti. Novanta sei anni dopo le piccole ginnaste pavesi capaci di salire sul podio di Amsterdam hanno delle eredi. E che eredi. La rotazione in coppia con le americane alza la pressione, ma la serata è di quelle da incorniciare. Niente fa paura e gli errori sono pochissimi. Manila Esposito trascina prima con un grande doppio avvitamento al volteggio, poi si ripete alla trave. Alice D’Amato alle parallele dimostra il motivo per cui è campionessa d’Europa e un’eroica Elisa Iorio, infortunata alla caviglia, porta a termine un esercizio da applausi con tanto di smorfia di dolore. C’è gloria anche per Giorgia Villa alle UB e per Angela Andreoli, che si regala un corpo libero perfetto. Il suo 13.833 è il rigore della vittoria, superiore anche al 13.500 delle qualifiche. Totale di 165.494. Meno solo degli USA. E non è finita. Alice D’Amato e Manila Esposito vogliono stupire anche nelle prossime finali.
Sorrisi, sorrisoni anche per la nazionale di spada femminile. Rossella Fiamingo, Alberta Santuccio, Giulia Rizzi, Mara Navarria superano 30-29 nella finalissima le padrone di casa della Francia in un Grand Palais col fiato sospeso per il minuto supplementare. Si tratta della prima medaglia per il CT Dario Chiadò da responsabile d’arma. Ed è la prima volta d’oro anche per Rossella Fiamingo, una che il metallo più prezioso lo sfiorò a Rio 2016, in quell’Olimpiade che regalò comunque il primo podio olimpico individuale nella storia della spada femminile italiana. “Prendere questo oro con le mie compagne era l’obiettivo. Abbiamo chiuso il cerchio insieme alle mie compagne, io l’aspettavo dal 2016. Bello vincerla alla priorità, sono veramente felice. Avevamo preparato tutte le situazioni e come gestirle. Avevamo anche allenato il tifo francese grazie a degli audio. Oggi è stato stupendo”, le parole della catanese classe 1991, che festeggia anche il bronzo del suo compagno di vita, Gregorio Paltrinieri a pochi minuti e a qualche chilometro di distanza.
Il mondo cambia e si evolve. Cambiano gli avversari. Cambiano fisico e ambizioni. Eppure Gregorio Paltrinieri è ancora sul podio con un pesantissimo bronzo negli 800 stile libero, sapendo che non è ancora finita, visto che nel suo programma da superman ci sono ancora i 1500 e la 10 chilometri in acque libere in quella Senna che forse lo preoccupa più di Wellbrock, Acerenza e Rasovszky. La medaglia intanto già c’è. La quarta individuale, in tre Olimpiadi consecutive: nessuno come lui nel nuoto azzurro. Prima di lui negli 800 solo il campione del mondo Daniel Wiffen che vince con 7’38″19, e lo statunitense Bobby Finke, autore di un ultimo cinquanta pazzesco (26″47), argento in 7’38″75. Per Greg un 7’39″38, che vale la seconda prestazione personale di sempre. E ad esultare è il nuoto tricolore, che si gode la quarta medaglia.
Le note stonate non mancano. A partire dal tennis (dove però sorride Lorenzo Musetti, che ha battuto Navone e aspetta Fritz). Jasmine Paolini esce sconfitta nel match con la slovacca Schmiedlova nel singolare. Poi però sistema parzialmente la sua giornata in coppia con Sara Errani superando in rimonta per 5-7 6-3 10-8 le francesi Caroline Garcia e Diane Perry nel torneo di doppio. La romagnola e la toscana torneranno in campo giovedì per i quarti di finale contro le vincenti della sfida (in programma mercoledì) tra la coppia britannica Katie Boulter/Heather Watson e quella brasiliana Beatriz Haddad Maia/Luisa Stefani. A sorpresa è arrivata l’eliminazione nel torneo di boxe femminile, categoria 57kg, di Irma Testa, prima pugile azzurra a partecipare ai Giochi (Rio 2016) e prima ad aver conquistato una medaglia a cinque cerchi (bronzo a Tokyo 2o2o). L’esordio contro la cinese Xu sembrava alla portata. E anche il tabellone appariva in discesa. Eppure un altro verdetto discutibile (ma Irma non ha boxato come sa fare, questo va detto) priva l’Italia di una carta medaglia nel pugilato, dopo l’altra incredibile sconfitta di Abbes Mouhiidine. In gara restano Diego Lenzi e Angela Carini, che debutterà giovedì. Promossa l’Italvolley maschile, aritmeticamente qualificata per i quarti di finale. E buone indicazioni arrivano anche dalla vela dove nelle classi iQFOIL (windsurf) Marta Maggetti dopo sette regate è terza, mentre dopo sei race Nicolò Renna è sesto. Entrambi virtualmente dentro alla medal race, come Jana Germani e Giorgia Bertuzzi nel 49er FX. Per loro tre prove tra il 16° e il 17° posto che le portano alla nona posizione, dopo il terzo provvisorio di ieri. Bisognerà cambiare marcia.