La nazionale azzurra di ginnastica artistica conquista una leggendaria medaglia d’argento nella finale a squadre femminile delle Olimpiadi di Parigi 2024 con il punteggio totale di 165.494. Un podio che ha il sapore di storia, perché mancava dal 1928, ma che allo stesso tempo arriva al termine di un percorso ricco di indizi, visto che il precedente miglior risultato dell’era moderna era il quarto posto di Tokyo, senza dimenticare le cinque finali di specialità conquistate pochi giorni fa. Angela Andreoli, Alice D’Amato, Manila Esposito, Elisa Iorio, Giorgia Villa scrivono una pagina indelebile di storia dello sport italiano, piazzandosi alle spalle solamente dell’irraggiungibile nazionale statunitense guidata da Simone Biles, vincitrice della medaglia d’oro (171.296), con il Brasile di Rebeca Andrade che si accomoda sul gradino più basso del podio (164.497).
L’incognita della vigilia in casa azzurra era rappresentata dalle condizioni di Elisa Iorio, non al meglio per un infortunio alla caviglia nella prima giornata di gare. La 21enne modenese è costretta a dare forfait a volteggio (dove l’Italia deve rinunciare quindi ad un doppio avvitamento) e trave, ma stringe i denti per il suo attrezzo di riferimento, le parallele, dove in qualifica aveva ottenuto un ottimo 14.366. L’Italia gira insieme agli Stati Uniti e parte dal volteggio. E prima di Simone Biles (per lei 14.900), Manila Esposito rompe il ghiaccio con un buon 14.166, seguito dal 13.933 di Alice D’Amato e dal 13.566 di Angela Andreoli. Le parallele asimmetriche sono una tappa determinante e l’Italia risponde presente. Un sorriso chiude l’esercizio di Giorgia Villa, schierata al posto di Manila Esposito forse un po’ a sorpresa. Per la classe 2003 sorrisi e applausi: 13.766. E le punte di diamante dell’attrezzo non tradiscono. Né la numero 1 europea Alice D’Amato (14.633), né la numero 2 Elisa Iorio che con una smorfia di dolore nell’atterraggio chiude una gara eroica. Alla fine però un timido sorriso accompagna il punteggio da 14.266 nel suo esercizio di punta e il secondo posto provvisorio azzurro dopo due rotazioni (84.330).
E un’altra rotazione da incorniciare arriva alla trave. Sui 10 cm Manila non delude le aspettative con 13.966 e Alice D’Amato le tiene testa a quota 13.933, con Andreoli che porta a casa un buon 13.300. L’ultima rotazione vede il Brasile al volteggio e l’Italia al corpo libero. Rebeca Andrade colleziona un 15.100, ma non basta per superare le azzurre. Un errore di Esposito costa un decimo di penalità (12.666). La pressione è altissima e Alice D’Amato regala un solido 13.466 al punteggio azzurro. Ad Angela Andreoli servono almeno 12.836 per la medaglia sicura, ma lei fa di più, superando persino il punteggio di qualifica (13.833 contro 13.500) e confezionando l’esultanza che si concretizza solo pochi minuti più tardi, con la certezza di un argento storico. Simone Biles fa festa con le compagne americane. E con lei l’Italia. Delusione per la Gran Bretagna (priva delle sorelle Gadirova), ai piedi del podio con 164.263. Più indietro Canada (5°, 162.432), Cina (6°, 162.131), Romania (7°, 159.497), Giappone (8°, 159.463).
Chiaramente le Olimpiadi delle azzurre non finiscono qui. Alice D’Amato ha staccato il pass per tre finali di specialità (parallele asimmetriche, trave e corpo libero), mentre Manila Esposito si è qualificata al corpo libero e alla trave. Entrambe inoltre il 1° agosto saranno impegnate nella finale del concorso generale individuale. Manila, numero uno del Vecchio Continente, ha il quinto accredito (Jordan Chiles, 4°, era la terza statunitense ed è fuori per numero massimo di posti riservati alle singole nazioni) con 55.898. Subito dietro di lei la numero due d’Europa, Alice D’Amato, con 55.432. Non è una sorpresa, anzi è la quinta volta di fila che l’Italia porta due azzurre nella finale all-around a cinque cerchi. È la prima però con cinque finali di specialità in tasca in aggiunta. E la seconda con un argento leggendario.