L’incontro di boxe nella categoria 66 kg tra Angela Carini e Imane Khelif è destinato a fare discutere, e non poco. L’azzurra si è ritirata dopo appena 46 secondi, dopo aver preso due dritti non particolarmente potenti, e dopo essersi rivolta al proprio angolo spiegando che il dolore era troppo. A quel punto, al secondo stop chiesto all’arbitro, è arrivato l’abbandono. Il suo match è diventato un vero e proprio caso nazionale, anzi, internazionale: la pugile algerina, prima erroneamente dipinta come transessuale, ha invece un alto livello di testosterone, essendo nata con una patologia, l’iperandroginismo, che provoca livelli di testosterone più alti del normale, valori però all’interno dei parametri per l’ammissione da parte del CIO, non per l’IBA, la federazione internazionale, che l’ha esclusa dal Mondiale, federazione che però è stata sospesa dallo stesso comitato olimpico e non si occupa dell’organizzazione del torneo ai Giochi.
Insomma, una donna, dunque perfettamente in regola per competere, se i suoi valori sono in linea con i parametri, ma che inevitabilmente, con caratteristiche mascoline, colpisce più forte e potrebbe godere di un certo vantaggio nel competere con altre donne non iperandrogine. Una querelle che ha subito scatenato la destra in Italia, che ha subito sollevato la polemica. Si arriva così all’incontro di oggi e Carini, che si era detta intenzionata a combattere regolarmente, dopo appena 46 secondi e un paio di colpi rimediati in volto, si è ritirata. Ha subito fatto cenno al proprio angolo che “fa malissimo”, “non è giusto”, e ha deciso di abbandonare la contesa. A questo punto, sono sorti dei dubbi sulla decisione: è stata una scelta ponderata in anticipo, forzata da qualcuno più in alto di lei o dovuta semplicemente al dolore al naso? Al di là di speculazioni e ipotesi, bisogna restare fedeli alle sue dichiarazioni nel post match e a quelle del dt del pugilato italiano Renzini.
Così l’azzurra: “Basta, mi ritiro perché mi fa malissimo il naso. Ho il cuore a pezzi perché sono una combattente e mio padre mi ha insegnato a essere una guerriera, sono sempre salita sul ring e ho sempre onorato la mia nazione con lealtà. Questa volta non ci sono riuscita, perché non sono riuscita più a combattere e ho messo fine al match. Tutte le polemiche non sono state qualcosa che mi ha fermata o bloccata mentalmente. Sono salita sul ring per tirare fuori tutta me stessa, a prescindere dalla persona che avevo di fronte. A prescindere da tutte le polemiche volevo solo andare avanti e vincere”.
Questo il commento del dt dell’Italboxe: “Qui oggi non c’è stata premeditazione. Avrei preferito non salire sul ring, per niente. Almeno poteva essere una protesta, così veramente lascia sconcertato. Probabilmente Angela ha sentito dolore perché aveva una infiammazione al naso, stava prendendo degli antibiotici in questi giorni per via del mal di denti. Ha sentito un forte dolore e non se l’è sentita di andare avanti. E’ un peccato, avessimo valutato prima questa opportunità non saremmo saliti sul ring non creando nessuna aspettativa e questo movimento di gente che si è spostata per venire a vedere questo match. Posso solo dire mi dispiace, ho immaginato un’altra fine per questa situazione. In allenamento l’ho vista motivatissima e gasata, ho immaginato ‘domani la battiamo e facciamo il colpaccio’, invece è andata diversamente. Credo sia stata una decisione presa di impulso sul momento, ha provato ancora dieci secondi poi ha detto basta”.