Si chiamano Fariba e Yulduz Hashimi, e sono due sorelle fuggite dall’Afghanistan nel 2021. Oggi competono nella prova in linea femminile di ciclismo alle Olimpiadi di Parigi 2024, dove hanno anche effettuato un tentativo di fuga dal gruppo. Ciò che impressiona, però, è la loro storia passata. Nel 2021 sono fuggite dall’Afghanistan, ma la loro famiglia viene tuttora perseguitata per la loro scelta di fare sport, che va contro l’ideologia dei talebani al governo del paese. Le due, però, hanno scelto di rappresentare ugualmente il loro paese e non entrare nel team dei rifugiati: “Vogliamo farlo perchè le cose devono cambiare” – hanno detto in questi giorni, raccontando anche le persecuzioni alla famiglia, costretta quattro volte a cambiare casa -. Nostro fratello più piccolo è stato ferito con un coltello alla testa. Chi lo ha fatto gli ha detto ‘questo è per le tue sorelle che sono alle Olimpiadi’”. In Italia le sorelle Hashimi sono sostenute dall’associazione ‘Road to Equality’ tramite la quale l’ex campionessa del mondo Alessandra Cappellotto, loro ‘seconda madre’, sostiene cicliste che provengono da nazioni in difficoltà .