Quello che vede coinvolta la pugile Imane Khelif “è un tema che non può essere affrontato superficialmente o ideologicamente. Quattro giorni fa ho parlato di tutela della salute ed equa competizione. In altre discipline il problema tutto sommato è un secondo o un centimetro, qui c’è uno scontro fisico”. Lo ha detto il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, ospite alla trasmissione “Inside” su Sportface TV durante le Olimpiadi di Parigi 2024. La questione ha visto coinvolta anche l’italiana Angela Carini, ritiratasi dall’incontro con Khelif dopo meno di un minuto. fa chiarezza anche sull’intervista rilasciata a “La Repubblica” riguardante il match tra l’azzurra Angela Carini e l’algerina Imane Khelif. “Questo discorso va dunque oltre la questione burocratica del passaporto, che mantiene la sua importanza ma non affronta nella sua completezza la questione. Da parte mia non vedo dietrofront e penso esser stato coerente, anche se non sta a me riconoscerlo. Rifiuto una lettura di carattere politico o ideologico di fronte a queste tematiche. Tutela della salute e aiuto della scienza vanno nella stessa direzione, mi auguro che questo possa aiutare nella comprensione di un’intervista che è figlia di quella che avevo fatto prima del match”.
Il Ministro per lo Sport ha poi parlato dell’incontro tra Giorgia Meloni e Thomas Bach: “Italia isolata? Tutt’altro direi guardando i saluti tra Giorgia e Thomas. Lavoriamo insieme per far sì che i capisaldi olimpici possano essere rispettati, facendo tesoro di un’esperienza che per alcuni è stata dolorosa. Angela è segnata, però mi pongo lo stesso problema per l’atleta algerina”.
Abodi ha commentato poi le parole di Benedetta Pilato dopo il quarto posto nei 100 rana: “Con la sua reazione ha dato dimostrazione della sua serenità d’animo. Prima dell’inizio dei Giochi ho detto che il primo obiettivo era farsi onore e questo dipende anche dall’aver dato tutto. Cosa determina una vittoria o un fallimento? Noi ci misuriamo soltanto sulle medaglie vinte. Questa è la testimonianza che la nostra cultura sportiva deve fare passi in avanti e gli atleti insegnano attraverso il proprio racconto”.
Sulle Olimpiadi del 2026 a Milano e Cortina: “Dovranno lasciare un’eredità , non solo bei ricordi. Il tempo non ci è amico per alcune questioni, ma stiamo recuperando molto bene. Dal punto di vista organizzativo la macchina procede con la Fondazione Milano Cortina che fa la sua parte. Dopo Parigi vedremo un crescendo della proposta olimpica e paralimpica in termini culturali ed educativi. Le Olimpiadi non sono solo venti giorni di gare, ma il consolidamento dell’aspetto valoriale che dà un senso ai cinque cerchi”.