“Sono una pasticciona, ma oggi ho cercato di essere una samurai. La vittoria la dedico a me stessa, al mio bel paese ed alle persone che vogliono bene a Sofia indipendentemente dal fatto che vinca le Olimpiadi“. Queste le dichiarazioni di Sofia Goggia dopo aver conquistato la medaglia d’oro nella discesa femminile dello sci alpino ai Giochi Olimpici Invernali 2018 di PyeongChang. L’azzurra ha chiuso con un crono da 1:39.22 con soli nove centesimi di vantaggio su Ragnhild Mowinckel salendo sul gradino del podio più alto: “Mowinckel mi ha fatto rimanere ferma, paralizzata. Ma basta un centesimo per essere davanti e quindi bene così“.
Terza medaglia d’oro per l’Italia in queste Olimpiadi grazie anche alle altre due firme della portabandiera Arianna Fontana e di Michela Moioli. Proprio la Moioli è una stretta amica e compagna d’avventura della Goggia: “Quattro anni fa commentavo le Olimpiadi e dicevo che sarei andata in Corea con Michela, anche lei infortunata. I sogni e le visioni ci sono e ci son sempre stati ma bisogna agire concretamente per prenderli“. Un punto di svolta nella carriera di Sofia? “Non c’è mai stata una svolta precisa, fa sempre tutto parte di una crescita costante. Nelle mie stravaganze, che sono altissime e bassissime, sono riuscita piano piano a credere in me stessa ed a fare le cose più giuste di me“.
Ma quali saranno state le emozioni provate alla partenza al cancelletto? “A queste Olimpiadi non ho sentito pressione, ero molto concentrata su quello che dovevo fare, soprattutto oggi. Me la sono costruita bene, ho gareggiato concentrata sulle cose da fare. Ringrazio a chi ha creduto ad una bambina che a 6 anni sognava di vincere le Olimpiadi sulle nevi di Foppolo“.