BIATHLON: 7
Viste le difficoltà di squadra in stagione, era difficile aspettarsi molto di più. La copertina va ancora una volta a Dorothea Wierer, bronzo nella sprint: prima medaglia olimpica individuale, l’unica mancante nel suo palmares. Un commovente Lukas Hofer sfiora il podio nell’inseguimento e Dominik Windisch conferma il feeling con il vento terminando quinto nella mass start. Buoni anche i piazzamenti delle staffette, ma bisogna ritrovare la forma di squadra qualche anno fa per tornare a sognare in vista di Milano-Cortina. In primis, va recuperata Lisa Vittozzi, perché se Wierer davvero si ritirerà, verrà a mancare l’unica vera certezza.
BOB: 5,5
Giada Andreutti conclude in top-15 nel monobob: buon risultato per un’atleta che arriva dal lancio del disco ed è solo alla seconda stagione piena nel bob. Pochi sorrisi invece per Patrick Braumgartner, che dopo aver vinto le Olimpiadi giovanili nel 2012, rimane un talento inespresso. L’azzurro resta fuori dalla quarta manche nel doppio con Robert Mircea e chiude di un soffio nei venti nel bob a quattro.
COMBINATA NORDICA: 5
I tempi del bronzo di Alessandro Pittin a Vancouver 2010 sono molto lontani. Il nativo di Tolmezzo non è più al top della forma e rimane fuori dalla top-30 in entrambe le gare. Unico a chiudere nei primi venti è Raffaele Buzzi nella Gundersen trampolino piccolo/10km, 16esimo. Nella prova a squadre l’Italia non va oltre la nona piazza. Insomma, bisogna cambiare qualcosa per tornare a giocarsela.
CURLING: 10
Un po’ di delusione per il percorso della squadra maschile, che forse ci ha semplicemente riportati sulla terra dopo la favola del doppio misto. Sulla carta, le possibilità di accedere alle semifinali erano ridotte al minimo per Retornaz e compagni, da cui comunque ci si aspettava qualcosa in più. Stefania Constantini e Amos Mosaner però hanno firmato l’impresa di questi Giochi: 11 vittorie su 11 e una medaglia d’oro storica che merita il massimo dei voti e fa ben sperare anche per il futuro.
PATTINAGGIO ARTISTICO: 7
Charlene Guignard e Marco Fabbri si migliorano ancora ed eguagliano il secondo miglior piazzamento di sempre di una coppia italiana nella danza chiudendo quinti. Matteo Rizzo paga la tensione, ma il settore maschile è in buone mani anche grazie al grande talento di Daniel Grassl (in top-10). Prima esperienza olimpica (nel team event) che tornerà utile a Lara Naki Gutmann, che potrà alzare il livello femminile italiano anche con l’arrivo della russa naturalizzata Maria Talalaikina (ormai manca solo l’ufficialità). Unico neo la mancata top-10 nelle coppie d’artistico: Nicole Della Monica e Matteo Guarise 13esimi davanti a Rebecca Ghilardi e Filippo Ambrosini.
PATTINAGGIO DI VELOCITA’: 9,5
Francesca Lollobrigida illumina l’Ice Ribbon: argento sui 3000, quarto posto con record italiano sbriciolato nei 5000 e bronzo nella mass start. Ruolo di portabandiera alla Cerimonia di chiusura assolutamente meritato per la romana, che si riscatta dopo la delusione di Pyeonghchang 2018. Il bronzo di Davide Ghiotto nei 10000 porta a tre il totale di medaglie dell’Italia, che ai Giochi si fa sempre trovare pronta sulla pista lunga.
SALTO CON GLI SCI: 4
Ancora tanto lavoro da fare. Giovanni Bresadola rimane fuori dal secondo round da entrambe le gare individuali. L’unica soddisfazione arriva per Jessica Malsiner, che porta l’Italia al secondo round nella storica prima gara femminile di salto ai Giochi.
SCI ALPINO: 6
La sufficienza arriva solamente grazie alla squadra femminile, che delude in super-G ma emoziona e conquista quattro medaglie. Federica Brignone, nonostante il scarso feeling sulla pista, si conferma sul podio in gigante e conquista la medaglia anche in combinata. Indimenticabile poi la doppietta in discesa: Sofia Goggia firma un argento capolavoro dopo l’infortunio e Nadia Delago, all’esordio olimpico, conquista il primo podio tra le grandi. Ma è l’intera prestazione di squadra a far sorridere, anche se servirà ritrovare la migliore Marta Bassino e soprattutto creare prospetti nello slalom.
Continua invece il digiuno olimpico per l’Italia maschile, che non va a podio dalla lontana edizione di Vancouver 2010. Rammarico per l’occasione sprecata nel gigante da Luca De Aliprandini, con l’attenuante del rientro dall’infortunio, e nello slalom da Giuliano Razzoli, Tommaso Sala e Alex Vinatzer, competitivi ma senza il guizzo vincente. Delude invece Dominik Paris, che paga nuovamente la scarsa capacità di adattamento a nevi a lui poco congeniali. Bisognerà fare le opportune riflessioni (anche sulla discutibile gestione dei pettorali) per non farsi cogliere impreparati a Milano-Cortina 2026.
SCI DI FONDO: 5
Federico Pellegrino si dimostra nuovamente un fuoriclasse: programma al meglio la stagione, arriva a Pechino al top della forma e si ferma solamente al cospetto dell’enorme talento di Klaebo. L’argento del valdostano però non può salvare un movimento che deve cambiare qualcosa per ottenere risultati di peso. Francesco De Fabiani salva la sua Olimpiade grazie al bell’ottavo posto nello skiathlon, mentre al femminile continuano le difficoltà.
SCI FREESTYLE: 8
Nessuna medaglia ma grande vetrina per un settore che in Italia è sostanzialmente agli albori. Silvia Bertagna si toglie la soddisfazione di entrare in una finale olimpica a 35 anni nello slopestyle, dopo la prestazione deludente nel big air, disciplina a lei più congeniale. Lucrezia Fantelli si è messa in mostra nel cross, prima della brutta caduta agli ottavi, mentre Jole Galli si è fermata ai quarti. In evidenza, sempre nel cross, anche il 21enne Simone Deromedis (quinto), mentre promette bene il 18enne Leonardo Donaggio, ottimo quinto nel big air.
SLITTINO: 8
Dominik Fischnaller si prende la rivincita e conquista una grande medaglia di bronzo. Il Covid lo ha poi fermato (come il cugino Kevin), impedendogli di prendere parte alla prova a squadre, in cui comunque l’Italia è arrivata quinta. Il doppio Rieder/Kainzwaldner si ferma al sesto posto, mentre le prestazioni delle azzurre fanno ben sperare vista l’età. La 26enne Andrea Voetter termina decima, la 20enne Verena Hofer è 13esima e la 21enne Nina Zoeggler 15esima.
SHORT TRACK: 9,5
Quattro medaglie come quattro anni fa ma questa volta non tutte targate Arianna Fontana. La fuoriclasse valtellinese conferma l’oro olimpico nei 500 metri e vince l’argento nei 1500 metri, diventando l’azzurra più vincente di sempre ai Giochi. Sfuma la medaglia nella staffetta femminile (vincitrice della finale B), ma arriva il bronzo con quella maschile. Importante l’argento della staffetta mista, con un Pietro Sighel che non completa la rimonta per pochi centimetri al fotofinish. Impossibile però soprassedere sulle polemiche: le tensioni tra Fontana e Federazione vanno risolte per non penalizzare la squadra in futuro (la Corea del Sud insegna).
SKELETON: 6
Valentina Margaglio aveva bisogno di quattro manche perfette per sognare il podio (raggiunto poche settimane fa in occasione dei Mondiali). L’azzurra, arrivata dall’atletica quattro anni fa, ha pagato la tensione dell’esordio olimpico e qualche problema di stomaco chiudendo solo 12esima. Il record di spinta e quanto visto nell’ultima heat però fanno ben sperare per il futuro, così come la top-10 sfiorata dal 22enne Amedeo Bagnis.
SNOWBOARD: 8
Due medaglie ci si aspettava e due medaglie sono arrivate. Michela Moioli è uscita a sorpresa in semifinale nello snowboardcross, ma si è prontamente riscattata nella prova a squadre con Omar Visintin. Il 32enne si porta a casa anche il bronzo nella gara individuale, trovando quel podio sfuggito a Sochi 2014 all’apice della carriera. Ottimi riscontri per il cross anche in prospettiva, mentre nelle altre specialità l’Italia fatica ad emergere. Spiccano però il quinto posto di Emiliano Lauzi nello slopestyle e il quarto posto dell’eterno Ronald Fischnaller nel gigante parallelo.