“Stavo vedendo la gara, è stato un momento surreale”. Il presidente del Coni Giovanni Malagò, intervistato da Il Messaggero, ha parlato dell’infortunio di Sofia Goggia durante il super-G di Cortina d’Ampezzo a pochi giorni dall’inizio delle Olimpiadi invernali di Pechino. “Nella mente si sono affollati tanti pensieri, i pochi giorni che ci separano da Pechino, gli infortuni precedenti, il conto aperto con il destino – aggiunge -. La vita, lo sport sono così. Sofia lo sa bene, va sempre al massimo e conosce le insidie che si nascondono, dentro e fuori dalla pista. Incarna alla perfezione lo spirito e i valori del nostro movimento, non si arrende facilmente. Sono sicuro che farà l’impossibile per provarci, per stupirci ancora. È stata designata portabandiera non solo per i successi ottenuti ma per quella straordinaria capacità di rappresentare l’identità che fa eccellere lo sport italiano nel mondo. E sono convinto che la nostra spedizione resta di tutto rispetto, anche qualcosa in più. Quattro anni fa, portammo a casa dieci medaglie. Ora, possiamo vincerne potenzialmente il doppio, una ventina. Non esagero, può succedere di tutto, anche questa volta”. La bergamasca ha riportato un trauma distorsivo al ginocchio sinistro, con lesione parziale del legamento crociato, piccola frattura del perone e sofferenza muscolo tendineo.
Pechino 2022, Malagò: “Sofia Goggia farà l’impossibile per provarci”
Tokyo 2020, Giovanni Malagò - Foto Mezzelani / GMT
“Quello che è successo a Tokyo è irripetibile, frutto anche dell’imponderabile. Ma bisogna riconoscere che la nostra preparazione olimpica è di altissimo livello – ha poi continuato Malagò riguardo allo stato di salute e le aspirazioni future del movimento sportivo del Paese – . Merito di professionisti straordinari, che hanno saputo organizzarsi durante la pandemia, senza smettere un giorno di allenarsi. Fa impressione dirlo, ma nello sport siamo una potenza mondiale, secondi solo agli Stati Uniti e lo dimostreremo anche a Pechino. Poi certo, i risultati dipendono dai centesimi, da un alito di vento, dai pettorali, dallo stato d’animo con cui ci si affaccia alla gara. Sia chiara una cosa, però: non è un miracolo eterno. Se non ci arriva la spinta della scuola, con la crisi economica, il problema delle bollette energetiche e la caporetto demografica, nel medio termine saremo condannati a non ripetere questi risultati”.