Prosegue l’inchiesta sulle presunte irregolarità nella gestione dell’organizzazione delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026. Nel corso dell’udienza al Riesame, frutto del ricorso della difesa di un indagato, l’aggiunta di Milano Tiziana Siciliano e il pm Alessandro Gobbis non hanno risparmiato una chiara e dura frecciata al Governo. I magistrati infatti hanno parlato del decreto legge con cui l’Esecutivo poche settimane fa ha ribadito come la Fondazione Milano Cortina 2026 non sia un organismo di diritto pubblico, e che sia invece una società privata.
Un decreto che Siciliano e Gobbis definiscono “di una gravità inaudita e illegittimo”, questo perchè si tratta di una legge intervenuta mentre è in corso un procedimento penale e che quindi toglie alla magistratura il diritto e la prerogativa dell’interpretazione delle leggi. Il riferimento è alla nota pubblicata il 10 giugno dal Consiglio dei Ministri, nella quale si ribadiva che le attività svolte dalla Fondazione Milano Cortina non sono disciplinate da norme di diritto pubblico, che la Fondazione non è un organismo di diritto pubblico e opera sul mercato in condizioni di concorrenza e secondo criteri imprenditoriali.
Ad aggravare la situazione ci sarebbe anche la presenza di un’intercettazione telefonica, in cui uno dei legali della Fondazione affermerebbe che la stessa è un ente pubblico. A presentare ricorso al Riesame, contro perquisizioni e annessi sequestri, è stato l’ex dirigente della Fondazione Massimiliano Zuco, indagato per ipotesi di corruzione e turbativa, assieme all’ex ad Vincenzo Novari e all’imprenditore Luca Tomassini in relazione ad un appalto per i servizi digitali. Le indagini si concentrano anche su altri affidamenti e contratti, oltre che sul capitolo delle assunzioni di persone legate al mondo della politica.