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Stavolta c’è posto per 11. Se non fosse che la trasferta è oltreoceano, per i Mondiali di Windsor in Canada, alla spedizione del nuoto azzurro più che un aereo basterebbe un minibus. Il dt Butini ha stretto i rubinetti: basta con le porte socchiuse, i cento appigli, i ripescaggi e i bonus. Sì o no, il referendum per entrare a far parte dell’Italnuoto sarà senza interpretazioni. Dunque con la prossima rassegna iridata in vasca corta, in programma dal 6 all’11 dicembre, per la prima volta sarà in acqua chi è passato attraverso le maglie rese più strette dai nuovi criteri di selezione: convocato solo chi può garantire almeno la presenza in finale.
Così, assieme a Paltrinieri, Pellegrini, Detti e Dotto, qualificati di diritto grazie ai risultati della scorsa stagione tra Europei e Olimpiadi, a Windsor ne andranno altri sette: Martina Carraro, Silvia Di Pietro ed Erika Ferraioli, garanzia soprattutto in chiave staffette. Così come Aglaia Pezzato, che ha brillato nella sua frazione della 4×100 stile ai Giochi di Rio, dando più di un segnale. Buonissimo ritorno tra i convocati per Fabio Scozzoli, sfortunato protagonista della rana. Largo poi ai giovani Silvia Scalia e Giacomo Carini. I due non sono stati portati in Brasile nonostante avessero chiuso la stagione al primo posto delle classifiche nazionali nelle rispettive gare, 100 dorso e 200 delfino. Hanno aspettato il proprio turno e da qui in avanti, ovviamente risultati permettendo, saranno punti fermi azzurri.
Insomma, quello di Windsor sarà un gruppo compatto: i plurimedagliati, le conferme, i giovani. Ma stavolta è diverso: solo quelli che possono andare in finale o sul podio sono stati convocati. Con buona pace di chi è rimasto a casa a saltare un turno. Come Filippo Magnini, ad esempio. Il capitano azzurro, 35 anni il prossimo febbraio, è reduce da un 1’44” nei suoi 200 stile al meeting di Massarosa: primo in Italia (ma i giovani dove sono?) in mezzo al guado a livello mondiale e per questo bocciato (o rimandato) da Butini.
Si può essere d’accordo o no, ma una cosa è oggettiva: finalmente si fa chiarezza. Finito il quadriennio olimpico di Rio, comincia un altro percorso con nuove regole definite. Certo ci sarà tempo anche per le valutazioni tecniche al di là dei numeri crudi, ma parlerà di più il cronometro. Sarà forse un male?