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“Vincere la mia prima medaglia a una Paralimpiade e che questa sia d’oro è qualcosa di incredibile – ha aggiunto l’azzurro al termine della premiazione –, così come migliorare il mio record del mondo e questa mattina siglare anche il record paralimpico significa che il lavoro fatto è consistente e che ci dà fiducia anche per i prossimi giorni. Il mio obiettivo era toccare per primo, ma anche migliorare me stesso: è quello a cui punto sempre prima di tutto in allenamento, per poi trasferirlo anche in gara. Sono molto soddisfatto, significa davvero molto per me“.
“Sapevo che, a livello di gestione, la vittoria avrei potuto giocarmela nel secondo 50 – ha spiegato Fantin sulla gestione della finale -. E non solo per le mie caratteristiche ma anche per quelle dei miei avversari, visto che loro di solito partono molto veloci. Nell’ultima vasca oltre alle braccia ci ho messo veramente il cuore e quando ho toccato ho sperato di averlo fatto prima di tutti“. “Di solito tutte le medaglie le metto in un cassetto e non le guardo perché sono un punto di partenza per un nuovo percorso e un nuovo cammino: non bisogna mai sentirsi alla fine, sempre all’inizio” ha aggiunto l’azzurro, che fra poche ore tornerà in vasca nei 400 stile libero, la sua specialità (alle ore 2.07 italiane di giovedì 2 settembre).
“Per i 400 mi piacerebbe chiudere questo ciclo di 4-5 anni iniziato ai Mondiali di Città del Messico con l’oro, perché è davvero una gara a cui tengo, la gara del mio cuore e che amo e ho amato da sempre. Spero di poter regalarmi e regalarci una bella gara“. Infine, Fantin ha sottolineato l’importanza dei Giochi per tutti gli atleti: “Partecipare a una Paralimpiade è un’emozione grandissima perché è un evento che dal punto di vista non solo mediatico ma anche emotivo non ha nulla a che vedere con un Mondiale o un Europeo. È proprio un’onda che ti travolge, e bisogna cavalcarla“.
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