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“La Corte Arbitrale dello Sport sottolinea che la Lega Europea di nuoto presieduta da Antonio Silva ha approvato e ratificato l’addendum relativo al contratto dei campionati europei di Roma 2022 e ha ringraziato l’appellante per l’ottima organizzazione dell’evento, per i risultati e la visibilità generati; che gli accordi precedentemente firmati non erano stati considerati conflitto di interesse; che accordi simili avessero già generato benefici ad altre federazioni nazionali per l’organizzazione di pari eventi; che in periodo di Covid era pratica comune modificare accordi in relazione ai cambiamenti generati dalla pandemia; che il danno di immagine procurato alla World Aquatics è di modesta entità. Nonostante ciò il Cas considera palesarsi il conflitto di interesse perché sono stato io a firmare, in qualità di Presidente della LEN, l’addendum al contratto per gli europei organizzati dalla FIN”. Così il presidente della Fin, Paolo Barelli, dopo la conferma della squalifica di due anni da parte del Tas inflittagli dal Collegio Etico della Fina.
“Tutto ciò appare chiaramente un ossimoro; peraltro nella sua approfondita indagine il Cas non considera che in qualità di presidente avevo l’obbligo non derogabile di firmare tutti gli atti amministrativo-commerciali, come disposto dal regolamento amministrativo della Lega Europea di nuoto e dal suo statuto approvato dalla Federazione Mondiale di nuoto e come ovviamente avvenuto anche in occasione del contratto per l’organizzazione degli europei di Roma 2022, in una fase condizionata dall’emergenza pandemica – ha proseguito Barelli in una nota – Ritengo importante ricordare che anche il giudizio della procura del Coni, in netto contrasto con le denunce dell’ente pubblico, è ugualmente e completamente assolutorio e recepisce quello della procura federale della Federazione Italiana Nuoto”. E ancora: “La pronuncia del Tas non cambia nulla ai fini della vita federale; l’anno di squalifica è scaduto il 14 settembre scorso e le attività nel contempo sono proseguite in pieno esercizio, ma ricorrerò comunque alla Corte Suprema Svizzera per tutelare la correttezza del mio operato e della Federazione Italiana Nuoto”. “Accolgo con soddisfazione, invece, la cancellazione dell’altro anno di inibizione disposto dalla Federazione Mondiale di nuoto in relazione alla gestione del finanziamento diretto alle piscine olimpiche di Roma nel triennio 2005-2007. Anche il Cas non ha riscontrato frode, reati, né danni di immagine al mondo acquatico, bensì il corretto operato dell’appellante: è l’ennesima dimostrazione dell’improvvida denuncia del Coni del 2014 da cui è cominciato l’accanimento nei miei confronti e il lungo avvicendamento di processi, speculazioni, strumentalizzazioni da cui sono ancora costretto a difendermi”, ha concluso
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