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Simone Manuel non riesce a qualificarsi alle Olimpiadi di Tokyo 2020. La campionessa olimpica e mondiale in carica dei 100 stile libero non potrà difendere il titolo ai Giochi giapponesi. Manuel ha infatti chiudono al nono posto la semifinale della regina ai Trials americani 2021 con il tempo di 54.17. Risultato deludente per la donna di colore capace di vincere l’oro olimpico nel nuoto, ma la nuotatrice statunitense ne ha spiegato il motivo nella conferenza stampa al termine della gara. Manuel non si è allenata per tre settimane in primavera, a causa della sindrome da sovrallenamento diagnosticatale a marzo che l’ha costretta allo stop.
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Manuel ha detto che aveva avuto una serie di sintomi prima della Pro Swim Series di San Antonio, fra cui elevata frequenza cardiaca a riposo, insonnia, depressione, ansia, dolori muscolari e stanchezza estrema. Quando è tornata a Stanford, Manuel ha provato a cambiare qualcosa in allenamento, pur continuando a nuotare: “Dopo circa due settimane di allenamento modificato, non stavo vedendo alcun progresso“. I medici e l’allenatore Greg Meehan hanno dunque consigliato a Manuel di fermarsi e la nuotatrice si è presa tre settimane di riposo assoluto.
Un anno impegnativo però anche per altri motivi, dalla pandemia alla lotta contro le discriminazioni razziali iniziata dopo l’uccisione di George Floyd. “Penso che (la pandemia, ndr) potrebbe aver giocato un ruolo in questo. Essere una persona di colore in America ha giocato un ruolo. Quest’ultimo anno per la comunità nera è stato brutale… non è qualcosa che posso ignorare” ha detto Manuel, sostenitrice esplicita del movimento Black Lives Matter. La velocista ha parlato poi dell’importanza di prendersi cura della salute mentale, sperando di poter così incoraggiare anche altri atleti a farlo.
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