“Tokyo mi ha cambiato per sempre. Nei 1500 è successo qualcosa che non mi aspettavo per niente: avevo poche forze, ma non mi aspettato che potesse andare in quel modo. Gli 800 sono stati una seconda possibilità, è arrivata il giorno dopo, subito. Ho passato un pomeriggio a piangere, ma mi sono svegliata pronta per la seconda chance e per rifarmi. Mi sono rimessa in gioco e ho conquistato la medaglia”. Simona Quadarella racconta successi e cadute, in primis quelli delle recenti Olimpiadi di Tokyo. La 23enne romana, debilitata dalla gastroenterite a poche ore dal volo per il Giappone, si è rifatta con un bronzo negli 800 dopo la delusione legata al quinto posto nei 1500. “Dovevo partire il 12 luglio e mi sono sentita male il 10 – ha raccontato a margine del Festival dello Sport di Trento – Ho fatto di tutto fino alla fine per stare in forma il giorno della gara, ma non mi sentivo bene. Ho rimandato la partenza di cinque giorni. Il bronzo è stata una conquista mentale, perché fisicamente stavo come nel giorno dei 1500″.
Una rivincita anche per l’esclusione da Rio: “Facevo ragionamenti continuamente – ha ricordato – mi dicevo ‘forse non valgo quel che pensavo’. Sono andata completamente giù, mi sono presa qualche giorno per riprendermi. Da settembre 2016, poi, ho deciso di lavorare a testa bassa e da lì sono arrivati i primi risultati davvero importanti“. C’è spazio per le sorprese: quelle del suo allenatore, Christian Minotti, dell’argento di Pechino Alessia Filippi (“Cara Simona, mi hai fatto tornare indietro di tredici anni, che emozione“) e di sua sorella, che vive in Arabia Saudita. Quasi un assist per ritrovarsi in vista dei Mondiali in vasca corta di Abu Dhabi: “Spero possa esserci“. E spazio ancora ai ricordi, su tutti l’oro ai Mondiali di Gwangju 2019: “E’ vero che la Ledecky non c’era. Ma è stata comunque la gara che ha messo un punto sulla mia carriera”. La conclusione sul futuro: “Gli Europei saranno gare divertenti, spero senza gastroenterite“, ride.