“Mi sento in una terra di mezzo: c’ero prima, ci sono adesso e ci sarò finché mi diverto. Certo, negli anni è cambiato molto, dagli allenamenti alla competitività degli avversari. Forse la parte più difficile arriva adesso. A inizio carriera non ti rendi conto di cosa sei, riconfermarsi è invece sempre più complesso. L’aver vissuto un po’ tutto mi concede in acqua soltanto dei vantaggi”. Lo ha detto il fuoriclasse del nuoto sulle lunghe distanze, Gregorio Paltrinieri, in un’intervista a La Ragione nella quale il carpigiano ha fatto il punto sul suo 2023: “Mi attendono i Mondiali e poi un 2023 di transizione con meno gare, così posso lavorare sui dettagli e presentarmi per le medaglie in piscina e in mare alle Olimpiadi di Parigi 2024. Poi, in base ai risultati, si valuterà se proseguire nel doppio impegno. Sono fatto così, estremamente competitivo e critico con me stesso. Non mi vedo a vivacchiare. Corro solo per vincere. Lo dice la mia carriera”.
Paltrinieri ha poi ricordato quale sia il suo idolo e punto di riferimento, Kobe Bryant: “È stato il mio riferimento, mi sono sempre ispirato a lui, specie nelle difficoltà. Per la sua capacità di soffrire e gestire il dolore l’ho pensato spesso ai Giochi di Tokyo 2020, quando mi è riuscito di andare a medaglia nonostante la mononucleosi. Per me quella rimane l’impresa della mia carriera. Ero senza gambe, ho corso con la testa, ammazzando psicologicamente gli avversari. Come Kobe, che andava oltre il limite. Anche questo è lo sport”.