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Nuoto, il presidente Barelli su Bortuzzo: “Speriamo nel miracolo”

Paolo Barelli - Foto Antonio Fraioli

Manuel Bortuzzo non è in pericolo di vita, ma molto probabilmente non camminerà più. È questa la terribile notizia emersa dall’ospedale San Camillo di Roma nel quale si trova ricoverata la promessa del mezzo fondo azzurro, dopo la sparatoria di sabato notte che l’ha visto coinvolto per uno scambio di persona.

Il presidente della Federazione Italiana Nuoto Paolo Borrelli ha così commentato all’uscita dall’ospedale: “Speriamo in un miracolo, chiediamo il massimo rispetto per la privacy e confidiamo nell’operato delle forze dell’ordine e della magistratura affinché consegnino alla giustizia i responsabili del vile agguato avvenuto nella notte tra sabato e domenica”.

Sento doveroso ringraziare anche a nome di papà Franco, di mamma Rossella e dei fratelli Michelle, Jennifer e Kevin l’ospedale San Camillo, le forze dell’ordine e tutti coloro che stanno inviando messaggi di affetto e solidarietà. Continueremo ad offrire la migliore assistenza – prosegue Borrelli – possibile al giovane Manuel e alla sua famiglia e auspichiamo che questo dramma possa diventare un monito per un futuro diverso. Una serata tra amici non può trasformarsi in tragedia“.

A spiegare la situazione clinica di Bortuzzo sono il professore Alberto Delitala, direttore del Dipartimento di Neuroscienze  e l’anestesista Emiliano Cingolani, responsabile del reparto di Rianimazione: “Abbiamo effettuato una valutazione bioelettrica della conducibilità midollare e riscontrato una lesione midollare completa. Questo purtroppo vuol dire che con le attuali conoscenze della scienza neurologica al momento consideriamo che non possa esserci una ripresa funzionale del movimento delle gambe – spiega il prof. Delitala – A 48 ore dal termine dell’intervento toracico il decorso post operatorio è soddisfacente. Le condizioni sono stabili. Manuel è ancora sedato e con ventilazione artificiale. Contiamo di risvegliarlo nei prossimi giorni, ma da studi effettuati il paziente ha perso la mobilità“.

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