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“Ho vinto finalmente una delle gare più importanti. Ci sono voluti tre anni, ma la mia fiducia nella giustizia, ordinaria e sportiva, c’è sempre stata. Fino all’ultimo credevo e speravo di vincere: la verità è venuta fuori e ora finalmente sono libero”. Filippo Magnini commenta così ai microfoni di Verissimo la sua assoluzione arrivata nella giornata di giovedì nell’ambito del processo per il caso di doping in cui da tre anni a questa parte l’ex nuotatore italiano si era ritrovato coinvolto: “Quella mattina è stato un brutto risveglio, non avrei mai pensato di vedere il mio nome associato al doping. Alcuni giornalisti mi hanno avvertito che sui giornali era uscita questa notizia: l’ho scoperto così e lì è iniziato il mio incubo. Ognuno di noi deve combattere delle battaglie, ma quando combatti contro quella che tu vedi come un’ingiustizia è un dolore pazzesco. Vorresti urlare la verità mentre tutte le persone leggono sui giornali il contrario. Questa vittoria mi ha liberato, è come se fossi stato tre anni in galera. La ferita rimane comunque, ci vorrà ancora un bel po’ di tempo per ricucirla”.
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SuperPippo racconta il brutto periodo vissuto durante le indagini, tre anni in cui però l’azzurro del nuoto non ha mai perso la speranza: “Ho realizzato di essere dentro a un’indagine pazzesca, che forse riservano solo ai terroristi. Ma io, nella mia innocenza, ero contento di questa cosa, perché quando non hai fatto niente e vieni intercettato, pedinato e ti mettono le cimici in macchina, a quel punto la verità deve venir fuori. Più informazioni c’erano su di me, più ero contento. E alla fine ho avuto ragione. Sono convinto che il 99% degli atleti non ce l’avrebbe fatta a difendersi”. E sul futuro, Magnini apre a un possibile ritorno alle gare: “Allenatore ancora non mi vedo, pero’ penso di essere ancora un atleta. Vedremo se tornerò a nuotare, chissà”.
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