Nella prima giornata degli Europei 2022 di nuoto in corso di svolgimento al Foro Italico di Roma, è subito grande Italia. Per la truppa azzurra arriva una strepitosa medaglia d’oro dai 400 misti maschili, con Alberto Razzetti (4.10.60) che, dopo una partenza in sordina, prende il largo e si invola verso la conquista del titolo continentale. L’azzurro precede l’ungherese David Verraszto (4.12.58) e il connazionale Pier Andrea Matteazzi (4.13.29), che regala al tricolore anche una bella medaglia di bronzo.
“Una sensazione difficile da descrivere a parole, far cantare l’inno a tutto la piscina è un qualcosa che ricorderò per sempre. Ho la pelle d’oca a ripensarci, sono davvero felicissimo”. Queste le parole di Alberto Razzetti dopo la premiazione dei 400 misti. “Un sogno che si avvera vincere davanti a questo pubblico e ai miei amici”, spiega Pier Andrea Matteazzi.
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Il quartetto composto da Marco De Tullio, Lorenzo Galossi, Gabriele Detti e Stefano Di Cola, dopo una grande rimonta, centra una meravigliosa medaglia d’argento nella staffetta 4×200 stile libero maschile. A salire sul primo gradino del podio è l’Ungheria che, grazie alla prestazione di un incredibile Kristof Milak, si prende la medaglia d’oro; terzo posto e bronzo per la Francia, costretta a cedere nelle ultime due frazioni. Da sottolineare la bellissima prova fornita dall’ultimo frazionista italiano Di Cola, che consente ai compagni di dare il definitivo strappo sui transalpini.
“Una bella staffetta, ci siamo divertiti. Con un Milak così credo si potesse fare poco, Stefano ha fatto una grande cosa nell’ultima, Marco ha aperto bene, e Galossi ha coperto”. Così Gabriele Detti dopo l’argento nella 4×200 uomini. “L’ultima gara della stagione si fa sentire ma ho iniziato bene e siamo contenti”, prosegue De Tullio ai microfoni della Rai. Sul podio c’è anche il sedicenne Galossi, padrone di casa. “Sono molto emozionato, so che sarebbe potuta andare meglio ma ho dato tutta la mattina. È andata bene, non ci credevamo quasi più quindi bravi tutti”. Fondamentale la rimonta di Stefano Di Cola nell’ultima frazione: “Una gara bellissima, alla virata del 100 ho sentito anche il pubblico. La finale di Budapest è un ricordo recente e ci siamo riscattati. Siamo giovani e un bel gruppo, continuiamo così”.
Nelle semifinali dei 50 farfalla maschili Thomas Ceccon si qualifica agevolmente alla finale con il terzo tempo (23.14), piazzandosi alle spalle del francese Maxime Grousset e dell’olandese Nyls Korstanje. A Piero Codia, invece, non è sufficiente un 23.48 per accedere all’ultimo atto della gara, poiché è il primo a restare escluso con il nono crono. Per quanto riguarda le semifinali dei 100 stile libero femminili, invece, entrambe le atlete italiane riescono a centrare la finale: Silvia Di Pietro ottiene il terzo crono (54.13) dietro all’olandese Marrit Steenbergen e alla francese Charlotte Bonnet, mentre Chiara Tarantino realizza un 54.40 e si issa in sesta posizione.
Margherita Panziera brilla nella seconda semifinale dei 200 dorso femminili e, grazie ad un buon 20.08.18, stacca il pass per la finale con il miglior tempo complessivo. Ad inseguire l’azzurra sono l’ungherese Ezter Szabo Feltothu e la britannica Katie Shanahan, che restano comunque ampiamente staccate rispetto a Margherita. Niente da fare, invece, per Federica Toma che chiude in ultima posizione con 2.15.74.
Non finisce di stupire il campione del mondo Nicolò Martinenghi che, nella semifinale dei 100 rana maschili, si qualifica in scioltezza mediante un grande 58.44, facendo meglio del fenomeno olandese Arno Kamminga (59.29). Bene anche l’altro azzurro impegnato nella medesima distanza, ovvero Federico Poggio, che si piazza in terza posizione nella sua semi, la quinta complessiva, con un 59.66 che gli consente di accedere in finale.
Nella staffetta 4×200 stile libero femminile salgono sul tetto d’Europa le olandesi, che conquistano la medaglia d’oro avendo la meglio su Gran Bretagna ed Ungheria, rispettivamente argento e bronzo. Alice Mizzau, Linda Caponi, Antonietta e Noemi Cesarano terminano la loro gara con un quarto posto ed un po’ di amaro in bocca per una medaglia di legno, che avrebbe potuto essere di qualche metallo.