Editoriali

Pellegrini, Paltrinieri e tanti giovani: a Copenaghen l’Italnuoto costruisce il futuro

Federica Pellegrini - Rio 2016 - Foto Mezzelani/Ferraro/Gmt

I veterani, i giovani e i millennials. Se gli Europei di nuoto fossero un film, sarebbe questo il titolo per la Nazionale azzurra pronta a tuffarsi dai blocchetti della Royal Arena di Copenaghen. Cinque giorni di gare per gli Europei in vasca corta, da mercoledì a domenica, che vedranno coinvolti 36 atleti, 21 uomini e 15 donne. Volti famosi, altri familiari e altri ancora che impareremo a conoscere molto bene, c’è da scommetterci. Uno però lo abbiamo salutato qualche giorno fa ed è quello di Filippo Magnini, che a sorpresa ha annunciato il ritiro dal nuoto subito dopo aver mancato agli Assoluti di Riccione il pass cronometrico per la Danimarca.

La lady di ferro del gruppo resta quindi Federica Pellegrini. Insieme al nuovo capitano Federico Turrini, la Divina guiderà la pattuglia confermando l’addio ai suoi 200 stile libero per concentrarsi sulle gare di velocità (100 stile, 100 dorso e staffette), affiancata dall’altro simbolo del nuoto azzurro, Gregorio Paltrinieri. Tornato dall’Australia, Super Greg è atteso in gara per la prima volta dopo l’oro alle Universiadi di agosto: non ha più nuotato in competizione e Copenaghen sarà dunque il primo tagliando alla preparazione fatta a 16mila km da casa. Vedremo se ripeterà l’Europeo in corta di due anni fa a Netanya, dove arrivò il record del mondo sui 1500, o se stavolta i rivali (Romanchuk su tutti) gli faranno qualche scherzo.

Mancherà il suo gemello diverso, Gabriele Detti, fermato da un problema a una spalla che lo ha già messo fuori uso a Riccione, così come in campo femminile (soprattutto in chiave staffette) peserà l’assenza per infortunio di Silvia Di Pietro. Rivedremo però Marco Orsi, in forma stellare dopo gli acciacchi e le delusioni degli ultimi mesi. Oltre ai qualificati di diritto, però, spicca un gruppetto di giovanissimi convocati dal ct Cesare Butini nell’ottica di una crescita internazionale sperando in Tokyo 2020: Ilaria Cusinato (1999), Fabio Lombini e Lorenzo Mora (1998), Andrea Vergani (1997). Ma davanti a tutti c’è il primo millennial del nuoto azzurro: Thomas Ceccon, classe 2001, 1 metro e 94 che culminano in un ciuffo calato sugli occhi, fresco campione italiano dei 200 misti.

Copenaghen apre la stagione ed è una tappa intermedia verso il vero obiettivo della stagione, gli Europei in lunga di Glasgow”, ha spiegato Butini invitando a non fare paragoni azzardati con le 17 medaglie di Netanya 2015: “Il medagliere sarà sicuramente condizionato dalle assenze e dalla decisione di Federica Pellegrini di non gareggiare sui 200 stile”. Spazio all’Italia da costruire, allora.

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