C’è anche uno sportivo tra le circa 1600 persone graziate da Donald Trump nella giornata di ieri, quando si è insediato come nuovo presidente degli Stati Uniti. Si tratta di Klete Keller, ex nuotatore e cinque volte medagliato olimpico, che era stato arrestato per la sua partecipazione agli eventi legati all’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, e per questo accusato di ostruzione a un procedimento ufficiale, reato per il quale aveva ammesso la colpevolezza, evitando accuse più gravi legate alla violenza.
I filmati dell’attacco mostravano Keller nel Rotonda del Campidoglio a volte come spettatore passivo, altre volte mentre partecipava a cori osceni contro l’allora leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer e l’allora presidente della Camera Nancy Pelosi. L’ex nuotatore è stato uno dei più noti tra coloro che sono stati accusati dell’assalto, distinguendosi dalla folla data la sua altezza di quasi due metri e dal fatto che indossava la giacca olimpica della Team USA. Nel corso del suo processo, Keller aveva espressamente mostrato rimorso per le sue azioni e si era scusato pubblicamente: “Mi dispiace davvero per ciò che ho fatto quel giorno. Amo questo Paese e sono grato di poter guardare avanti“.
Le dichiarazioni di Klete Keller
In un’intervista con il Washington Post, Keller ha descritto le sue emozioni: “Non mi sembrava vero; stamattina, quando mi sono svegliato, ho pensato: ‘Wow, è finita. Non devo più fare la visita al mio ufficiale di libertà vigilata’, è una sensazione incredibile di sollievo“. Nel suo primo intervento pubblico dopo l’arresto, l’ex olimpionico ha dichiarato: “So che le mie azioni hanno davvero indignato e ferito milioni di americani. Come ho detto al giudice ho agito senza riflettere“, aggiungendo che si trovava in un periodo molto difficile e che si era lasciato travolgere dall’eccitazione del momento.
Le sue parole e il suo comportamento durante il procedimento legale sono stati determinanti per la decisione del giudice, che aveva optato per una pena meno severa rispetto alla detenzione, preferendo invece una condanna a sei mesi di detenzione domiciliare e tre anni di libertà vigilata. Il giudice aveva sottolineato che Keller, in virtù della sua figura pubblica, avrebbe potuto contribuire positivamente alla comunità attraverso la condivisione della sua esperienza, un messaggio di rimorso che avrebbe potuto servire da monito ai giovani.
La carriera di Keller nella nazionale di nuoto statunitense
Classe ’82, Keller aveva rappresentato gli Stati Uniti dal 1999 al 2008, prendendo parte in totale a tre Olimpiadi, nelle quali ha ottenuto in totale cinque medaglie. Di queste due sono d’oro con la staffetta 4×200 stile libero ad Atene 2004 e Pechino 2008, alle quali si aggiunge l’argento nella stessa gara a Sydney 2000 e due medaglie di bronzo individuali nei 400 stile a Sydney ed Atene.