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“Sono perplesso su come è stata posta ieri in conferenza stampa dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte la questione delle piscine e delle palestre, perché non vanno ammucchiate”. Questo il commento schietto del presidente della Federnuoto, Paolo Barelli, in merito al nuovo Dpcm, in vigore da oggi 19 ottobre 2020, sulla probabile chiusura di palestre e piscine se non dovessero essere rispettati i protocolli anti Covid. ‘‘E’ chiaro che si debba approfondire la questione, cercando di capire chi ha dato quelle determinate informazioni a chi di dovere – ha proseguito Barelli riferendosi alla frase di ieri del premier secondo cui ci sarebbero degli impianti non ancora a norma – Tutti i gestori di piscine hanno speso centinaia di migliaia di euro per mettersi al passo con le regole, tramite sanificazioni, prenotazioni, ingressi contingentati, dietro c’è un costo enorme. C’è sempre stato il rispetto delle norme da parte di tutti, non si capisce come mai si è andati a individuare proprio queste categorie”. Il numero uno della Fin ha poi ribadito: “Siamo in attesa di capire e abbiamo chiesto un nuovo incontro con il ministro per le Politiche giovanili e lo sport, alla presenza anche del ministro della Sanità e dei membri del Cts, questo perché chiariscano quali sono i protocolli per la fruizione degli impianti natatori, se sono validi. Non bisogna essere generici e colpire solo coloro i quali non si possono difendere, non si deve mettere un’intera categoria nel banco degli imputati. C’è il dubbio, se non addirittura la certezza, che si dovesse chiudere qualcosa e si è deciso di farlo con chi ha meno potere”, ha concluso il presidente della Federnuoto.
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