“La nota d’attacco del ministro dello sport contro la “casta dei baroni”, come definisce i dirigenti dello sport che – insieme con gli atleti, le società e associazioni sportive, i lavoratori del settore, gli uffici tutti – hanno contribuito nel tempo ai successi che hanno reso lo sport una delle eccellenze italiane nel mondo, è da respingere come il Testo Unico della riforma“. Queste le parole con cui il presidente della Federnuoto Paolo Barelli replica, tramite un comunicato, a quanto affermato dal Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. “Ed è respinto in particolare da me, come un attacco politico e personale” ha proseguito Barelli, “ho più d’una volta detto che le questioni di numero dei mandati e delle incompatibilità sono cose ben diverse rispetto alle norme che debbono guidare il governo dello sport, norme che dovrebbero porre al centro le società e associazioni e la loro tutela, e che invece, nella versione del ministro, così non avviene”.
“Con questa nota il ministro cerca di dividere il fronte compatto e unitario dello sport che ha respinto nel merito la sua proposta” asserisce ancora Barelli, che aggiunge: “Quanto alla mia rielezione da candidato unico (le elezioni la Federnuoto anche precedentemente le indiceva a settembre), evidentemente non c’era uno stuolo di insoddisfatti della gestione che il Consiglio Federale ed io abbiamo condotto negli anni. Quanto all’incompatibilità fra cariche politiche e sportive, tra le quali il ministro mi invita a scegliere, non mi pare che questa sia attualmente una norma di legge. Deciderò quando lo sarà: la democrazia è questa, rispetto delle regole e non conquista di poltrone“.
“Quanto alla difesa della base e la tutela dei lavoratori: chi non le vuole? Ma non possono essere solo parole: è il contenuto delle norme che difende l’una e tutela gli altri. La bozza della riforma non promette nessuna delle due cose” ha proseguito il presidente della Federazione Italiana Nuoto, che in conclusione ha sottolineato come “Oggi, unitariamente, senza distinguo, lo sport ha respinto le norme come sono state congegnate e scritte. Non è una nota del ministro che modifica tale realtà“.