Manila Flamini e Giorgio Minisini hanno chiuso al secondo posto la finale del duo tecnico misto ai Mondiali di Gwangju 2019, abdicando dal trono iridato della specialità a vantaggio della coppia russa composta da Mayya Gurbanberdieva e Aleksandr Maltsev, sicuramente tecnicamente impeccabili ma di certo non allo stesso livello emozionale degli Azzurri. Ed è proprio questo il fulcro delle dichiarazioni di Minisini e Flamini: “Sapevamo che sarebbe stato difficile vincere. Però sentito il loro punteggio abbiamo capito che la giuria aveva messo troppo distacco per riuscirci. A noi serviva solo una possibilità che ci hanno negato in partenza. Abbiamo nuotato nel migliore modo possibile. Siamo pienamente soddisfatti della prestazione. Forse per conquistare l’oro sarebbe stato necessario più di un miracolo.”
L’oggetto quindi delle osservazioni azzurre è il metodo di valutazione, come spiega Flamini: “Spero che tutto ciò che stiamo facendo riesca gradualmente a cambiare il nuoto sincronizzato, soprattutto nel doppio misto che credo debba essere valutato diversamente. Sono orgogliosa degli atleti che siamo. Non siamo degli esecutori. Ma facciamo sognare. Penso che questo sia l’orientamento da seguire perché il sincro dev’essere emozione – continua l’azzurra – La Russia non è più forte di noi come indicano i punteggi. Almeno non in acqua. Anche negli altri esercizi non è così avanti come sembra.”