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Dove può arrivare Federica Pellegrini? La domanda è d’obbligo. Soprattutto se davanti agli occhi, nostri e degli oltre 5mila tifosi in delirio del Foro Italico, galleggiano ancora le gare gioiello della portabandiera olimpica. Attesa, stupore, curiosità: ma come sta davvero Fede? Possibile che alla soglia dei 28 anni stiamo assistendo a una delle sue migliori annate?
Al Settecolli di Roma sono andati in scena i tre giorni della Divina, l’ultima puntata di uno special che in realtà continua da un anno. L’argento mondiale di Kazan, le conferme agli Assoluti di Riccione, il trionfo europeo di Londra, inatteso solo perché lei stessa ha deciso di entrare in acqua appena la sera prima. E ci fermiamo ai 200 stile, altrimenti l’elenco si allungherebbe e gli aggettivi pure.
Insomma, la domanda è d’obbligo ma la risposta non è scontata. Nemmeno per chi la conosce bene, per chi ogni giorno segue i suoi movimenti, li studia, li masterizza e poi li cataloga. Matteo Giunta è il tecnico di questa nuova stagione di Fede, definirla matura non è un’offesa. A lui chiediamo quanti margini di miglioramento ci sono tra record e tempi che si abbassano. “Eh, domanda difficile… Ancora non lo sappiamo, bisogna aspettare un altro po’ per capire cosa può regalarci Federica – spiega a Sportface.it – Di sicuro prestazioni così me le auguravo, perché vedevo quanto stava lavorando bene e quanta voglia tirava fuori negli allenamenti. Diciamo che gli ingredienti erano quelli giusti per arrivare a fare una stagione del genere, nata nel migliore dei modi e coronata con l’investitura a portabandiera. Adesso manca solo la ciliegina sulla torta… E a me piace sognare”.
Uno stato di grazia che spinge molti ad alimentare di nuovo, se ce ne fosse bisogno, aspettative oltre il podio. Ma Giunta, barba scaramanticamente sempre più folta, la benzina preferisce metterla nel serbatoio. “Non dobbiamo stare a focalizzarci troppo su quello che succederà a Rio. Ora rientriamo a Verona e torniamo ad allenarci come abbiamo sempre fatto negli ultimi mesi”. A proposito di allenamenti: cosa ha fatto la differenza? “Da aprile 2015 abbiamo incentrato tutto sulla tecnica di nuotata e sui particolari che avevamo leggermente perso con allenamenti più estensivi, il tutto ovviamente cercando di potenziare sempre le sue caratteristiche. E devo dire che questo lavoro per il momento ha dato dei frutti andati oltre le aspettative”.
Se per la sua gara regina Federica segue a memoria il tracciato come un pilota automatico, il record italiano nei 100 stile bruciato al Settecolli fa venire il dubbio: e se in Brasile ci fosse spazio per un fuori programma? Il calendario olimpico aiuterebbe la decisione, visto che la distanza minima si nuota l’11 agosto, due giorni dopo i 200. Spiraglio aperto per Giunta: “Se Fede fa prima quello che deve fare, può decidere qualsiasi cosa. Perché no, anche buttarsi nei 100”.