Ha soli 17 anni ma in acqua già vola. Stiamo parlando di Nicolò Martinenghi, il baby fenomeno del nuoto italiano che ha sbaragliato la concorrenza agli scorsi campionati assoluti di Riccione conquistando il pass per i Mondiali di Budapest 2017 con il record Italiano nei 50 rana. E poi, non ancora contento, ha sfiorato di pochi centesimi il primato italiano nei 100 rana, che appartiene ancora a Fabio Scozzoli (un tempo con cui è arrivato secondo ai Mondiali di Shanghai del 2011).
Tra poche settimane Martinenghi si presenterà a Budapest con la terza prestazione mondiale stagionale e tante ambizioni. Dal ritiro di Calella, in Spagna, fino al campionato europeo junior in programma a fine giugno a Netanya, in Israele, passando ovviamente per il Trofeo Settecolli a Roma (23-25 giugno), il giovane fenomeno di Varese sta preparando al meglio l’appuntamento ungherese in programma dal 23 al 30 luglio. “Il mio obiettivo ai Mondiali è centrare la finale, poi tutto può succedere – spiega il giovane ranista nell’intervista esclusiva concessa a Sportface.it – Una finale può anche mettere tensione, ma sono abituato e normalmente riesco a trasformare la pressione in cattiveria agonistica”.
Chiaro e deciso, Martinenghi è sicuramente consapevole dei propri mezzi. Dietro ai molto successi di Nicolò, ovviamente, ci sono ore e ore di allenamento e sacrifici: “Mi sveglio ogni mattina alle 7 e per tre volte alla settimana vado in piscina per gli allenamenti dalle 8 alle 9.45 per poi andare a scuola alle dieci. Le altre mattine, invece, alle 8 sono in classe per le lezioni”.
Ovviamente la scuola è importante anche nella vita di uno sportivo affermato come Nicolò: tra una bracciata e l’altra il ranista azzurro deve trovare il tempo per studiare. Anche se il tempo è poco. Finite le lezioni, dopo aver mangiato, Martinenghi torna infatti in acqua per un’altra sessione di nuoto dalle 14.30 fino alle 17. E non è ancora finita, perché per tre volte alla settimana, dopo il secondo allenamento, il giovane azzurro va in palestra fino alle 18.45. Dopo tutti questi impegni, quando si torna a casa, bisogna trovare il tempo per studiare, anche se dopo dodici ore tra nuoto e scuola è dura: questa è la vita di un nuotatore agonista, con ben poco tempo per divertirsi, magari nel weekend se non ci sono gare. Ma Nicolò lo fa con passione e ci tiene a ringraziare tutte le persone che lo hanno aiutato a diventare un atleta così forte: “Dalla mia famiglia all’allenatore Marco Pedoja, dalla squadra del Nuoto Club Brebbia a tutti quelli che mi hanno seguito nel mio percorso fino a oggi“.
Dietro a tutti questi risultati ci sono anche i sacrifici dei genitori che lo supportano da quando aveva 6 anni, dalle sue prime vasche ad oggi tra allenamenti e gare. Erano presenti anche agli Assoluti di Riccione dove hanno potuto godersi i successi di Nicolò: “È stata una vittoria non del tutto inaspettata – ha spiegato Martinenghi – Mi aspettavo una buona prestazione nei 50 rana avendo focalizzato la preparazione su questa gara, anche se forse non a quei livelli”.
Guardando più in là, all’orizzonte spuntano ovviamente i Giochi Olimpici di Tokyo 2020: ”Ovviamente l’Olimpiade giapponese è un mio obiettivo futuro – ammette Martinenghi allargando le prospettive – Oltre a gareggiare nei 100, ho nel mirino anche la doppia distanza, i 200 metri”. Questo ci fa tornare al passato, quando un certo Domenico Fioravanti siglava una doppietta d’oro per l’Italia: chissà che non possa ricapitare. Intanto è giusto restare concentrati sugli appuntamenti a breve termine, in particolare i Mondiali di Budapest e poi il campionato del mondo junior in programma dal 23 al 28 agosto a Indianapolis. Perché, è giusto ricordarlo, Nicolò Martinenghi è già un fenomeno, ma il primo agosto compirà soltanto 18 anni.