“Ho sempre avuto una propensione per l’acqua. Mi è sempre piaciuto e quando ero bambino ho capito che sarebbe stata la mia strada”. Comincia così l’intervista esclusiva di Sportface.it a Lorenzo Zazzeri. L’azzurro, classe 1994, è riuscito ad ottenere il pass per l’Europei di Copenaghen che si disputeranno dal 13 al 17 dicembre e vivrà la sua prima esperienza in vasca corta con la Nazionale. Una passione per il nuoto che si è sviluppata nel corso degli anni:”Tutti i miei compagni di scuola giocavano a calcio, il classico sport che piace a tutti, ed io ero bravino, però mi bastava giocarci ogni tanto al parco con loro. Invece a nuoto avevo tutti gli amici, e poi quando inizi a vedere che vai bene e che ti diverti non ti stanchi più”.
Com’è cominciato tutto?
“Ho iniziato a nuotare grazie a mia madre. Lei mi ha fatto conoscere il mondo del nuoto. All’inizio non mi piaceva, ed un pretesto per portarmi ai corsi di nuoto era quello di regalarmi dei giocattoli. Mi diceva sempre ‘se vai a nuotare dopo ti compro un giocattolo’. Piano piano ho continuato, passando all’agonismo verso i 6/7 anni”.
Hai mai temuto di non potercela fare?
“Sì, quando feci per la prima volta i campionati italiani a Riccione. Andai li da campione regionale ed ero contentissimo. Poi quando arrivò il momento del confronto con ragazzi provenienti da tutta italia, mi resi conto che c’era tutt’altro livello. I primi mi davano 4-5 secondi e mi ricordo benissimo che andai da mia madre e gli dissi ‘Ma cosa continuo a fare?’. Mia madre mi fece ragionare dicendomi che ero acerbo e che dovevo ancora crescere: ‘Lo vedi che loro sono tutti più grandi’. Alla fine però, ci ho sempre creduto. Ho sempre avuto una vocina interiore che mi diceva “non mollare” e che mi aiutava a credere in me e ce l’ho fatta”.
Come ti carichi prima di una gara?
“Di solito ascolto della musica hip hop/rap, sia italiana che straniera, altrimenti mi motivo ripensando al percorso di allenamento fatto. Sono uno che per essere apposto con la coscienza deve allenarsi bene. Se so di essermi allenato bene sono più motivato del normale. In passato ho fatto un percorso di 2-3 anni con una mental coach qui a Firenze, che mi ha insegnato delle tecniche e frasi di auto attivazione prima di una gara. Son frasi che ti gasano: “Loro non sono più forti di me, è solo una mia impressione. Dimostrerò il contrario”. Son strategie personali”.
Se non nuoti cosa ti piace fare?
“Una passione che ho oltre il nuoto è la pittura. Sono un’artista ed oltre a studiare scienze motorie dipingo. A ottobre ho fatto anche la biennale internazionale di arte contemporanea. Mi diverto, ho una pagina Instagram e Facebook che si chiama “Zazzart”, dove posto tutti i miei lavori. All’inizio era iniziata così per gioco insieme a Matteo Restivo. Poi ho visto che c’è stato subito un riscontro positivo e le persone si informavano, mi chiedevano lavori su commissione e i galleristi mi invitavano a mostre. Sono riuscito ad uscire un po dai social e sta diventando piano piano sempre più un lavoro”.
Tutti hanno degli idoli da cui prendere spunto. Chi sono i tuoi?
“Ci sono stati molti esempi da seguire. Il primo che ho avuto è stato Filippo Magnini. Mi ricordo che quando avevo 9/10 anni lui vinceva i suoi primi mondiali. Lo vedevo in televisione ed è diventato il mio primo idolo natatorio. Poi nel periodo adolescenziale c’è stato lo squalo di Baltimora, Michael Phelps, che vinceva tutte le medaglie. Ora diventando anche più consapevole del mio stile e degli atleti del passato che ci sono stati, prendo spunto molto da Aleksandr Popov. Mi piace molto per la tecnica di nuotata e per la classe che aveva. Rivedo in lui il miglior stile liberista più veloce di sempre”.
Nei giorni scorsi ci sono stati i Campionati italiani assoluti a Riccione. Ti aspettavi un tale risultato?
“L’intenzione di vincere c’era, ma non con quel tempo. Avevo iniziato gli allenamenti a Ottobre, molto tardi rispetto agli altri, perché ho finito al stagione precedente il 28 agosto quindi mi son preso un mesetto di riposo e ho ricominciato a Ottobre in altura con la Nazionale. Era la prima volta e non sapevo come potesse reagire il mio fisico. Quando son tornato a Firenze i tempi in allenamento non facevano sperare. Sono andato a Riccione per prendermi la qualificazione per l’Europeo, ma pensare di fare 46.7 non era in programma, quindi è stata una bella sorpresa”.
Ora testa a Copenhagen. Quali sono i tuoi obiettivi?
“A Copenhagen voglio godermi l’esperienza, cercando di migliorare i miei tempi. Ora mi sto allenando per mantenere la forma e arrivare all’Europeo in ottime condizioni. Ho visto che nei 100 stile ho il quinto tempo ed è logico che un pensierino ad una possibile finale ci sia. Poi vediamo.. L’obiettivo principale è fare esperienza e migliorare i miei tempi. Farò anche i 50sl e la 4×50 sl!”.