Si conclude con il botto l’Europeo di nuoto alla Roya Arena di Copenhagen: l’Italia regala le ultime emozioni, conquistando tre ori individuali e un argento in staffetta. “Questa la dedico a me stesso e la dedico a Filippo. Ho raccolto la sua eredità e sono contento che il titolo europeo dei 100 sl libero in corta sia ancora italiano”. Queste sono le parole di un felicissimo Luca Dotto che in zona mista, dopo aver vinto la gara, ha aspettato il suo amico e compagno di squadra Marco Orsi.
Pochi minuti dopo Marco ha conquistato un clamoroso ed inaspettato oro nei 100 misti, prendendo a padellate l’acqua e mettendo dietro il russo Fesikov, decisamente più favorito di lui: “Volevo una medaglia tutta per me e ci sono riuscito” – dice il campione di Budrio che quando tornerà a casa non vedrà l’ora di assaporare i deliziosi tortellini: “Questa medaglia è meglio dei tortellini? Eh, mica tanto”.
Ti rendi conto che la giornata sta andando alla grande, quando il giovane classe 96’, Simone Sabbioni, batte inaspettatamente il campione russo Kliment Kolesnikov. Tutti qui in mixed zone hanno avuto gli occhi puntati al televisore e non appena l’azzurro ha toccato per primo la piastra, si è realizzato di quanto sia affiatata e competitiva la nostra nazionale. Simone non sapeva neanche come esultare per il suo primo oro internazionale, sa solo che questa sarà la prima di tante: “Sono incredulo. Si inizierà con l’Europeo di Glasgow, fino ad arrivare…Non lo voglio dire!”. È anche scaramantico.
E per terminare il tutto arriva l’argento nella staffetta 4×50 mista uomini, composta dallo stesso Simone, Fabio Scozzoli, Piero Codia e Luca Dotto. I nostri quattro ragazzi hanno lottato sino alla fine per regalarci quest’ultima e meritata medaglia.
È incredibile come tutto questo possa essere accaduto, ma è pur vero che l’unione fa la forza e vedere tutto il team Italia sul podio, conquistare il trofeo a squadre, che da punti alle nazionali attraverso piazzamenti e medaglie, è una sensazione indescrivibile. Si spera che tutto ciò possa accadere ancora e ancora.