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Doping nel nuoto, Cina respinge accuse: “Nessun insabbiamento”

Beijing National Aquatics Centre - Foto Angus CC BY 2.0

L’agenzia antidoping cinese (Chinada) rispedisce al mittente le accuse di doping (leggete l’articolo sull’indagine in corso a questo link). Secondo Zhao Jian, vice direttore della Chinada, non sono state occultate le positività dei nuotatori come invece riportato dal “Times”, secondo il quale cinque casi (due a ottobre e tre a cavallo fra fine 2015 e inizio 2016) sono stati nascosti per evitare scandali.

Zhao Jian ha ammesso che c’è un’indagine in corso, si attendono ancora le controanalisi ed entro 20 giorni verranno diffusi risultati e sanzioni. Alla finestra la Wada, che già ieri aveva fatto sapere che avrebbe fatto chiarezza sulle accuse mosse contro il nuoto cinese mentre qualche giorno prima il “Times” aveva puntato il dito contro la Russia, sostenendo l’esistenza di un doping sistematico anche in vasca, con successivo occultamento dei casi positivi.

La Federnuoto cinese, dal canto suo, ha fatto sapere che durante la stagione 2015-16 ci sono stati sei atleti positivi, tre dei quali al clenbuterolo: Zhao Ying e Wang Lizhuo sono stati sottoposti a controlli lo scorso agosto, An Jiabao a settembre e nelle udienze che si sono tenute fra dicembre e gennaio è stato accertato che le positività erano da imputare a cibo contaminato.

Una volta che saranno decise le sanzioni, verranno comunicate alla Chinada che le renderà pubbliche. Gli altri tre nuotatori sono risultati positivi all’idroclorotiazide ma i loro casi non sono stati ancora esaminati. “Non abbiamo nascosto nulla – ha detto ancora il vicedirettore della Chinada, Zhao Jian Il fatto che la Federazione non abbia reso noti i nomi di questi tre nuotatori positivi è perché c’è ancora un’indagine in corso ma Wada e Fina sono stati informati di tutto a riguardo“.

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