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“Sono dispiaciuto e anche arrabbiato, ma me l’aspettavo. So che la sentenza era stata scritta già prima del 15 ottobre, prima che io venissi qui a parlare. Perché? Non lo so, ce lo stiamo chiedendo con gli avvocati, stiamo pensando a chi potrei aver pestato i piedi. Non ho fatto nulla, questa sentenza è ridicola”. Queste le parole dell’ex nuotatore Filippo Magnini, squalificato per quattro anni dalla prima sezione del Tribunale nazionale antidoping di Nado Italia per la violazione dell’articolo 2.2 del Codice Wada.
“Sono incazzato nero. Una cosa mi fa ridere, anzi mi fa rabbia: la procura dice di pensare che noi abbiamo pensato di fare qualcosa, anche se poi non lo abbiamo fatto. È un processo alle intenzioni e non mi sarei mai immaginato una cosa del genere – ha sottolineato Magnini lasciando gli uffici del Tna allo stadio Olimpico di Roma – Se vogliamo guardare gli aspetti positivi, visto che sono sempre stato un atleta ottimista, oggi usciamo da qui con la certezza che non si può dire né scrivere che Magnini si sia dopato. Perché sui tre capi di accusa due sono spariti. E qualunque persona che ha un po’ di cervello capisce che io non posso aver convinto una persona di trenta anni come Michele (Santucci, anche lui squalificato per quattro anni, ndr) a fare delle cose”. Magnini se l’è presa anche per l’entità della squalifica. “Quattro anni? Io mi sarei arrabbiato anche per un giorno. Quattro anni fa ridere perché viene fuori da niente – ha osservato l’ex nuotatore – Abbiamo esempi di atleti che hanno preso due mesi dopo essere stati trovati positivi, altri che hanno preso due anni da recidivi. Noi abbiamo più o meno 200 controlli nazionali e internazionali tutti a posto, e forse anche di più: quattro anni mi sembra esagerato. Non dico di fare come negli altri Paesi, dove per una cosa del genere ti avrebbero dato una pacca sulla spalla, ma noi non abbiamo neanche fatto il tentativo. Nessuno ha mai pensato a questo. Io e Michele abbiamo fatto un record insieme: siamo gli unici atleti non positivi che vengono squalificati”.
L’ex nuotatore azzurro ha poi tracciato un parallelismo col mondo del calcio, riferendosi in particolar modo alle accuse di stupro piovute su Cristiano Ronaldo, considerato un esempio da milioni di giovani e la cui credibilità internazionale è stata messa in dubbio. La vicenda di CR7 è evidentemente da stimolo per Magnini, che si rivede un po’ nel campione portoghese: “Mi rivedo molto in una frase importante e bella di Cristiano Ronaldo, accusato di stupro. Io come lui sono un esempio nello sport e nella vita: ho una bellissima famiglia, ho una ragazza che amo e mi segue in tutto, sono in salute e ho sempre avuto un sorriso per tutti, quindi sinceramente di quello che dice certa gente non mi interessa minimamente”.