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“Ho raccontato la mia verità: sono totalmente estraneo ai fatti. Ora sono tranquillo”. Lo ha dichiarato Filippo Magnini al termine dell’udienza presso la prima sezione del Tribunale nazionale antidoping di Nado Italia, negli uffici dello stadio Olimpico di Roma. Il nuotatore, accusato dalla procura antidoping di uso e tentato consumo di sostanze dopanti oltre a favoreggiamento e tentata somministrazione di sostanze vietate, è stato ascoltato per quasi quattro ore dai giudici che hanno deciso di prendersi ulteriore tempo per la decisione: la sentenza è attesa per il 6 novembre.
“Sono molto contento perché abbiamo potuto parlare – ha sottolineato Magnini lasciando lo stadio Olimpico – Ho aspettato un anno e mezzo, era giusto parlare una sola volta. Da oggi sono più tranquillo, prima potevo solamente ascoltare e ho sofferto molto”. Davanti alla prima sezione del Tribunale nazionale antidoping di Nado Italia, presieduta da Adele Rando, Magnini è stato difeso dagli avvocati Ruggero Stincardini e Francesco Compagna. “Mi sono sempre comportato da persona corretta – ha dichiarato il pesarese, accompagnato a Roma dalla compagna Giorgia Palmas – La mia verità oggi è venuta fuori. Se mi farei seguire ancora dal nutrizionista Porcellini potendo tornare indietro? Probabilmente sì, perché io ho fatto tutte cose lecite e lui con gli atleti si è sempre comportato in una determinata maniera. Faccio fatica a giudicare la sua posizione, posso giudicare soltanto il mio percorso e non quello degli altri”. La sentenza arriverà dunque martedì 6 novembre: la Procura ha chiesto otto anni di squalifica per Magnini, accusato della violazione di tre articoli del codice Wada: consumo e tentato consumo di sostanze dopanti (2.2), favoreggiamento (2.9) e somministrazione o tentata somministrazione di sostanze vietate (2.8).