“Sportivamente parlando, è stato un anno lungo”, ha dichiarato il simbolo del nuoto sincronizzato maschile Giorgio Minisini. “E’ iniziato con l’addio della nostra storica allenatrice Rossella Pibiri, che ci ha costretto a rimetterci in gioco. I risultati alla fine sono stati eccellenti, e una fetta importante del merito va a tutto lo staff della Nazionale, che ha contribuito a creare un bellissimo clima. È come se avessimo vinto 17 medaglie, non solo 6″. Sul nuovo anno, sono alte le aspettative, puntando ai Mondiali di Fukuoka: “Ogni movimento sarà codificato secondo un coefficiente di difficoltà, e questo renderà la nostra disciplina più sport e meno spettacolo, e farà avvicinare anche chi prima non capiva la nebbiosità dei punteggi”. In Giappone, poi, ci sarà il debutto del singolo maschile: “Questo vorrà dire due gare in più per me”.
Infine parlando di Parigi 2024 non nasconde la sua emozione e dedica a proposito un pensiero a Bill May, la 43enne leggenda americana del nuoto artistico, “che avrebbe potuto vincere tante medaglie ad Atene 2004 se gli avessero concesso di partecipare e forse a Parigi non potrà esserci: è un momento storico per lui e per tutti i ragazzi che guardando i cinque cerchi ora penseranno ‘posso farcela anche io'”. Infine sul legame con Lucrezia Ruggiero, sua compagna di gare: “Siamo molto simili per come ci poniamo rispetto a obiettivi che a prima vista sarebbero irraggiungibili – dice lui – Siamo diversi invece… nelle turbe mentali: lei soffriva di ansia pre-gara, io invece non riesco a godermi appieno i successi perché guardo sempre a lungo termine”.