“Bisogna sempre dare il massimo con quello che si ha, senza pensare a ciò che manca: io penso che questa sia la chiave per vivere bene, indipendentemente da quello che succede. Bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno senza mai scoraggiarsi e affrontando tutto con sorriso e positività”. Questo il prezioso insegnamento trasmesso da Antonio Fantin, intervistato in diretta tv durante il programma Tagadà su LA7. Il 18enne campione del mondo di Bibione, vincitore di sei medaglie (2 ori e 4 argenti) nella rassegna iridata conclusa domenica scorsa a Londra, ha ripercorso la sua storia con la giornalista Tiziana Panella. “A tre anni e mezzo ho avuto una fistola artero-venosa che ha mi portato una compressione midollare e una paralisi degli arti inferiori. Il giorno prima ero a festeggiare il carnevale, in piedi, poi tutto è stato improvviso, mi sono svegliato al mattino con un formicolio al piede e da lì è partito tutto. Per me è stato un punto di ripartenza, una seconda vita. Ero molto piccolo, gran parte di quello che so mi è stato raccontato: dopo un intervento delicato è stato consigliato ai miei genitori di mettermi in acqua per fare fisioterapia: il mio rapporto con la piscina è cominciato così”.
La passione per l’acqua è arrivato però con il tempo, nutrito dall’immenso amore di mamma Sandra per Antonio: “Se oggi sono quello che sono devo tutto a mia mamma – ha racconto Fantin – Lei mi portava in piscina per fare riabilitazione e spesso stava ore e ore ad aspettare perché io non volevo entrare in acqua”. Accanto ad Antonio c’è sempre stata anche la sorella Anna, più piccola di due anni: “Non andiamo sempre d’accordo – ha rivelato il 18enne veneto con un sorriso – ma mi ha aiutato molto. È una ragazza forte e si è sacrificata tanto per me, ha sempre capito la situazione”.
Il percorso di Fantin verso i trionfi in piscina è stato piuttosto rapido. “Nel 2014 ho iniziato così, per divertimento, a fare qualche gara. Poi è nato tutto il resto. Due anni fa ai Mondiali di Città del Messico ho vinto 5 medaglie, tra cui un oro. Lo scorso anno agli Europei di Dublino sono finito sei volte sul podio e altre sei volte adesso ai Mondiali di Londra, con due ori (400 stile libero e staffetta 4×100 stile libero, ndr) e quattro argenti (50 e 100 stile libero a livello individuale, 4×50 mixed mista e 4×50 stile libero, ndr). Dove tengo tutte queste medaglie? Quando arrivo a casa le metto nello stesso posto e confesso di non guardarle per tanto tempo”. Dietro ai successi del 18enne veneto c’è la famiglia e ci sono gli amici, ma anche altre persone speciali. “Intanto Don Andrea Vena, ideatore del mio fan club. Mi è sempre stato vicino, dall’inizio, e ogni volta che vinco suona le campane – ha raccontato Fantin – Poi voglio ringraziare Matteo Poli, mio allenatore dallo scorso anno: perché con lui si è instaurato un grande feeling”.
Alla base dei successi del campione del mondo Fantin, però, ci sono soprattutto il sorriso e la positività. “Fortunatamente non posso parlare di momenti difficili nella mia vita – ha dichiarato con sincerità e naturalezza Antonio – Anche quando mi sono ammalato, non penso sia stato un momento difficile, ma un momento di partenza per costruire il mio futuro. Certo devo affrontare anche gli alti e bassi, come tutti, e per questo devo ringraziare il grande supporto delle persone che ho attorno a me, la mia famiglia e i miei amici: senza di loro non sarei quello che sono, per questo ogni vittoria va condivisa, perché è frutto di un lavoro di squadra. E poi devo ringraziare il mio carattere, perché io non mollo mai e questo mi ha sempre aiutato tanto. Oggi Antonio è un ragazzo che ha appena compiuto 18 anni e ha la fortuna di fare lo sport che ama in piena salute e sempre con il sorriso sulle labbra”.