Il Brasile è la prima finalista dell’edizione 2021 della Volleyball Nations League, competizione che dal 2018 ha preso il posto del World Gran Prix. Le verdeoro hanno battuto in quel di Rimini il sorprendente Giappone con il risultato di 3-1 (25-15, 25-23, 29-31, 25-16) e ora attendono nella finale di domani alle ore 19:30 la vincente di Stati Uniti-Turchia, in campo alle 19:30 di stasera. Una superiorità piuttosto evidente nei primi due parziali, poi il ritorno delle nipponiche che senza avere niente da perdere hanno venduto la pelle a caro prezzo. Alla fine però il Brasile vince grazie ai 23 punti di Tandara e ai 18 di Gabi, mentre tra le asiatiche le migliori sono Ishikawa e Koga, entrambe autrici di 18 punti.
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La cronaca – L’avvio di partita è piuttosto equilibrato, con il Brasile che però inizia a carburare grazie a Tandara e Gabi. L’allungo delle verdeoro arriva con un parziale da 11-2 piuttosto eloquente, con il punteggio di 19-12 e l’allungo ulteriore firmato Fegaray per il 25-15 finale. Il secondo set si apre subito con il Brasile avanti 5-1, ma le nipponiche provano a rimanere a contatto soprattutto grazie ad Ishikawa che riporta il punteggio sul 6-6. Il resto del parziale si gioca punto a punto, con le brasiliane che abbassano un po’ il loro livello e le giapponesi che tornano a sbagliare poco e difendere bene. Le verdeoro allungano sul 22-18 e sembrano poter chiudere, ma il 25-23 arriva solo al quarto set point.
L’inizio del terzo set si trasforma subito in un momento molto complicato per il Brasile, che in pochi minuti si trova in svantaggio 11-5. Le verdeoro però ritrovano equilibrio e continuità, arrivando all’aggancio sul 14-14 e poi allungando sul 20-17. Sembra il preambolo alla vittoria, ma il Giappone invece ribalta tutto: le nipponiche annullano ben quattro match point e chiudono il set sul 29-31 prolungando così la partita. Anche il quarto set inizia nel segno del Giappone, che si porta sul 5-0 alzando clamorosamente il livello in difesa. Ben presto però il Brasile cambia marcia, con attacchi sempre più precisi e una difesa nipponica che inevitabilmente scende di livello fino al 25-16 conclusivo.
