
Valentino Rossi è tornato nel paddock della MotoGP domenica in Qatar ed intanto emerge un avvertimento su di lui: “Sono guai”
Per Valentino Rossi la parentesi in Qatar ha rappresentato un salto nel passato. Nuovamente nei box della MotoGP il Dottore che ha assistito al trionfo del suo ‘rivale’ Marc Marquez sia nella sprint che nella gara domenicale.
Lo spagnolo si è ripreso la testa della classifica e punta a vincere quel nono titolo che gli consentirebbe di eguagliare proprio Rossi per numero di mondiali vinti. Una possibilità che ha fatto tornare in auge la rivalità tra i due piloti, non una sorpresa visto che Valentino ha reso ‘speciale’ la sua carriera anche grazie alle sfide epocali con i suoi rivali. Ne sono passati tanti dalle sue parti, altrettanti ne sono usciti non benissimo visto che Rossi non è certo il tipo da arrendersi facilmente e in carriera ha vinto molti dei duelli che ha ‘combattuto’.
Lo ha fatto con la forza del suo talento e la spavalderia di chi sa di avere un ‘manico’ speciale. Lo ha avuto fin da piccolo, da quando si approcciava alle mini-moto e già si capiva che davanti non c’era un bambino qualunque. Non lo è mai stato Valentino e chi lo vedeva, anche cadere con troppa frequenza, era convinto che sarebbe diventato un fuoriclasse delle due ruote. Così è stato, così ha previsto anche Claudio Lusuardi, ex pilota e talent scout, che racconta il suo primo incontro con Valentino Rossi in un’intervista alla ‘Gazzetta di Modena’.
Valentino Rossi, Lusuardi e il primo incontro: “Cadeva continuamente”
Lusuardi alle moto ha dedicato la sua vita: 4 titoli italiani, due terzi posti al Mondiale, 6 podi in 16 anni di corse (e 32 gare mondiali).

Dalla carriera di pilota a quella di talent scout e qualche talento davanti a lui è passato: “Il primo fu Luca Cadalora – ricorda –. Molto curioso, stava sempre in officina. Gli diedi la sua prima moto sportiva. I suoi tre mondiali sono la prova del suo talento“. Poi davanti a lui apparve anche un piccolo Valentino Rossi e il talento, in questo caso, fu subito evidente. “Nel 1993 mi portarono un ragazzino delle minimoto. Cadeva continuamente, ma quando stava in piedi: mamma mia! Ricordo che dissi: se questo impara a non cadere, sono guai per tutti“.
Inutile dire che quel ragazzino era proprio Rossi e che negli anni ha imparato a non cadere: come previsto, per i suoi avversari furono guai.