
Valentino Rossi, campione di MotoGP
In MotoGP sembra realmente impossibile fare a meno di Valentino Rossi.
Il nove volte campione del mondo è una leggenda del Motorsport e negli anni ha sempre lasciato il segno in tutto quello che ha fatto in pista e fuori dalla pista. Da sempre la sua influenza e la sua visione delle due ruote sono state punto di riferimento non solo per gli appassionati del motomondiale e per i milioni di tifosi che ha avuto in giro per il mondo, ma anche e soprattutto per gli addetti ai lavori, che hanno trovato in lui grandi capacità gestionali oltre che un grande amico ed una grande persona. Il suo lavoro nel paddock non è mai stato un semplice approccio alla gara o alla gestione personale, ma ha sempre cercato di andare oltre e di lasciare il segno anche per il futuro.
Anche e soprattutto per questo motivo è nato quello che oggi è a tutti gli effetti il suo team, il VR46 Racing, che partito dalle basse categorie è oggi in pianta stabile tra le moto più importanti del motomondiale. A conferma di ciò il recentissimo terzo posto ottenuto da Franco Morbidelli in Argentina solo poche ore fa, alle spalle di Marc e Alex Marquez e davanti a Pecco Bagnaia.
Telefonata da brividi: il racconto di Salucci
Alessio “Uccio” Salucci è senza dubbio uno degli amici di lunga data di Valentino Rossi all’interno del paddock. Prima braccio destra, ora punto di riferimento a livello manageriale del team del campione di Tavullia. In una lunga intervista rilasciata a Fanpage, Salucci ha raccontato come si è sviluppato il progetto della VR46 Racing.
“Mi sono sentito davvero importante quando mi ha chiamato Valentino dopo la vittoria di Bezzecchi in Argentina nel 2023. Mi ha detto: “Bravo, bravo, bravo! Abbiamo vinto una gara in MotoGP.” Lì ho capito che quello che avevamo costruito, con fatica e impegno, stava portando risultati veri.

Il cambiamento è iniziato nel 2013-14, quando abbiamo fondato il team Moto3 e Moto2 con Sky. Lì ho iniziato a fare un po’ meno l’assistente di Vale e un po’ più il manager. Poi, nel 2020, ho detto a Vale: “Abbiamo cresciuto questi ragazzi dall’Academy, non possiamo lasciarli ora. Dobbiamo portarli fino alla MotoGP”. Da lì è nato tutto. Mi ha dato retta, ma non è che diventi team director dall’oggi al domani, c’è stato un percorso lungo, fatto di esperienze, di errori e di tante lezioni imparate. È iniziato dal 2014/2014 quando Carmelo Ezpeleta, capo di Dorna, ci ha fatto sapere che Sky voleva entrare nel Mondiale e siamo entrati noi come team. Ormai sono passati dieci anni. È stata una strada complessa, ma bellissima“.
Un racconto che conferma il super lavoro di Valentino, oltre alla sua influenza nel mondo dei motori. Un’influenza inevitabile visto come ha cambiato la storia della MotoGP.