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Non è una giornata di festa al Mugello, nemmeno per Fabio Quartararo che ottiene in Italia una vittoria pesantissima in chiave classifica piloti. Non ha realmente vinto nessuno, ha perso l’intero Motomondiale. Jason Dupasquier non c’è più e a soli 19 anni è un dramma inspiegabile dover lasciare il mondo terreno e tutti gli affetti, con una vita ancora tutta da scrivere e immaginare e una carriera che stava giusto cominciando a ingranare.
La MotoGP è scesa in pista lo stesso, perché lo show deve andare avanti, e dopo un minuto di silenzio è partita una gara decisamente anonima e favorevole a El Diablo, visto che alle sue spalle cadono un po’ tutti: finisce giù Bagnaia ed è una caduta che fa male al morale perché fa perdere tanto terreno in classifica, a terra anche Marc Marquez che purtroppo per lui sembra solo lo spettro di se stesso dopo il brutto infortunio, anche Rins nel finale mentre lottava per il podio. E con Vinales e Morbidelli che già non partivano certo dalle prime posizioni, ne viene fuori che alle spalle del pilota francese, ormai maturo e padrone della situazione, troviamo il portoghese Oliveira e il campione del mondo in carica, ma con una Suzuki tornata al 2019, Joan Mir.
Solita delusione per quanto riguarda Valentino Rossi, che per la verità col decimo posto ottiene un risultato migliore rispetto alle precedenti gare: lo ottiene però per via delle cadute degli altri e non è mai competitivo con la sua Petronas con la quale non trova il feeling. Il pensiero di tutti, però, torna allo sfortunato pilota svizzero, che con la sua morte aumenta purtroppo di un’unità il numero dei centauri che hanno insanguinato le piste del Motomondiale in questi anni. Uno sport pazzo, rischioso, splendido: e purtroppo qualche volta capita pure di essere presi da una profonda tristezza.
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