Il professor Carlo Tranquilli, direttore dell’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport, non condivide la decisione dei medici di autorizzare la partecipazione di Marc Marquez al weekend del Gran Premio di Andalusia di MotoGP a pochi giorni dall’operazione in seguito alla caduta proprio sulla pista di Jerez in occasione della prima gara del campionato: “I medici si assumono una grossa responsabilità dando l’ok a Marc Marquez di correre. Evidentemente confidano molto nei loro metodi di valutazione. Parliamoci chiaro. Siamo ben lontani dai tempi fisiologici di guarigione dell’osso, anche se le moderne tecniche di intervento fanno effettivamente miracoli. Un altro incidente potrebbe mettere a rischio la funzionalità dell’arto ed allora sì che i tempi di recupero si allungherebbero. Marquez è stato già ‘fortunato’ a non subire lesioni al nervo radiale, piuttosto frequenti in questo genere di fratture. Del resto mi sembra che lo stesso professor Mir, che lo ha operato, fosse prudente sui tempi di recupero, parlando di Brno, ai primi di agosto”.
Dunque in caso di nuova caduta sarebbero dolori per il pilota spagnolo campione del mondo in carica. E per Tranquilli ci sarebbe anche un’altra questione sul piatto da considerare, quella etica: “C’è poi un aspetto etico-sportivo, anche se ormai certi concetti sembrano un po’ anacronistici. Mi riferisco alla quantità di antidolorifici che il pilota dovrà assumere per affrontare una gara che richiede tanto impegno fisico. Dando per scontato che si tratti di sostanze non vietate, che gli permettano di correre in sicurezza, mi chiedo quanto sia corretto ricorrere a questi metodi, soprattutto in uno sport come il motociclismo, che richiede grande reattività e che vede in pista più piloti contemporaneamente”.