Casey Stoner si è ritirato dalla MotoGP prematuramente e dopo l’esperienza da collaudatore in Honda e Ducati si gode il meritato riposo. Stoner, che nel 2007 ha portato l’ultimo titolo mondiale in Ducati, ha rilasciato un’intervista a Chris Vermeulen nel programma Under The Visor, parlando anche dei motivi dell’addio alla Honda. Il pilota ha immaginato come sarebbe se si trovasse ancora in gara: “Sicuramente avrei lottato per il titolo, non so se ne avrei vinto un altro, però questa è una cosa che non si può sapere. A volte ho voglia di tornare, non necessariamente per correre, ma per stare con la mia squadra. Può sembrare stupido, ma mi piacevano tantissimo le prove libere, le qualifiche. Mi piaceva quella pressione che c’era affinché tutto fosse al suo posto per un solo giro. Questo mi divertiva“.
“Le gare invece non erano sempre la parte più bella. Non si poteva commettere alcun errore, invece era molto facile sbagliare. C’era molta pressione ed era un vero sollievo finire la gara, che vincessi o meno. Soprattutto se avevo fatto bene il mio lavoro. Le gare non mi mancano, ma provo nostalgia pensando alle qualifiche ed al lavoro in squadra“. Casey Stoner decise di ritirarsi nel 2012, accettando il ruolo di collaudatore per la Honda, ma la situazione che si venne a creare non fu delle migliori, tanto da costringere l’australiano a lasciare: “Ho provato a fare il collaudatore per Honda in un certo periodo. Ma ci sono state alcune pressioni da parte della giovane promessa, che non mi voleva lì intorno“, con un chiaro riferimento a Marc Marquez.
Stoner si è poi spostato in Ducati, sempre come tester: “Abbiamo provato con Ducati. Però non siamo riusciti ad arrivare ad un accordo, così mi sono messo da parte. Sentivo che non potevo dare al team ciò che voleva. Sapevo che lavoravamo molto bene insieme, sapevo ciò che volevano i piloti, ma purtroppo a volte non lo capiscono. È stata una lotta costante fare le cose giuste per cambiare la moto per fare progressi. Il lavoro è stato molto duro e vivere in Australia ha reso le cose un po’ più complicate, così mi sono fatto da parte“.
Al momento, Stoner non è impegnato in MotoGP in alcun ruolo, ma non esclude la possibilità di tornare nel paddock: “Credo di avere ancora molto da dare al nostro sport, potrei aiutare in alcuni aspetti dando una visione diversa. Non dico che arrivo e sistemo tutto, ma so cosa bisogna fare per vincere. Allo stesso tempo però, devo aspettare che passi questa stanchezza cronica. Al momento mi concentro sulla risoluzione di questo problema e sulla mia famiglia. Poi vediamo cosa ci riserverà il futuro. Ad essere sincero, mi piacerebbe partecipare più attivamente in MotoGP“.
Stoner ha poi parlato dell’arrivo di Jack Miller in Ducati a partire dal 2021: “Non so se ho qualche consiglio da dare a Jack. È maturato molto negli ultimi anni, ma ha stupito il suo modo di allenarsi, di lavorare e di migliorare, questo si vede nei risultati. Sembra essere cresciuto sotto ogni aspetto, anni dopo anno è diventato sempre più costante nei risultati. Penso che stia facendo un grande lavoro e Ducati ha preso la giusta decisione, anche se non sappiamo chi sarà il suo compagno di squadra. Jack ha meritato questa opportunità, dovrà capire che sarà un grande passo in avanti per lui, non per la moto ma per il sostegno che avrà“.
Il pilota australiano ha parlato anche degli inizi della carriera e della sua pista preferita: “Io ho iniziato a correre quando avevo 4 anni e Mick Doohan è il mio idolo da quando ne avevo 6. Non c’è nessuno che possa competere con lui, considerando tutto ciò che ha fatto per tornare e vincere dopo l’incidente. Per me è il migliore di tutti, la sua determinazione mi ha accompagnato durante tutti questi anni. Agli inizi Phillip Island non mi piaceva. Nelle classi minori faticavo, poi in MotoGP ho iniziato a divertirmi di più. Ma nel 2009 ho vinto di nuovo dopo i problemi di salute. Non mi ero allenato per molto tempo, dopo che avevo scoperto l’intolleranza al lattosio. In quella gara non avevo buone sensazioni, ma riuscire a vincere è stato bello. Poi nel 2011 lì ho vinto il titolo. Non è mai bello vincere sapendo che l’avversario è fuori dai giochi (nel warmup Jorge Lorenzo si era infortunato perdendo mezza falange del dito sinistro, ndr). Ma la gara è stata durissima, c’era un muro d’acqua e si rischiava molto. Quel giorno però ho vinto gara, titolo ed era anche il giorno del mio compleanno“.