Jorge Martin ha conquistato il titolo di campione del mondo di MotoGP, battendo Francesco Bagnaia dopo una lotta serrata. Lo spagnolo, che nel 2025 passerà ad Aprilia, racconta della stagione 2024 e del proprio futuro ai taccuini di AS: “È chiaro che a 26 anni ho già realizzato il sogno della mia vita e questo è incredibile. Mi sto davvero godendo il momento. La celebrazione è stata molto migliore di quanto pensassi. Non avevo aspettative, quindi non sapevo cosa sarebbe successo. Tutto quello che sarebbe successo sarebbe stato bellissimo. E lo è stato, soprattutto durante i festeggiamenti, ma anche il momento nel box è stato incredibile“.
Martin ha affermato di non avere la fiducia di vincere il Mondiale nel 2024, nonostante l’ottimo epilogo dell’ultima stagione: “Ho lavorato molto a livello mentale e ho anche imparato a fidarmi di più di me stesso. Sono sempre stata una persona con molti dubbi durante la mia carriera e poter arrivare al Montmeló e avere fiducia che ce l’avrei fatta mi dà molta tranquillità. Alla fine si trattava di fare un’altra gara, facendo quello che so fare, ovvero guidare le moto. E non è stato facile, ma è stata una gara molto bella“.
“Speciale vincere all’ultima gara”
Il percorso che ha condotto lo spagnolo al titolo è stato ricco di ostacoli e non sono mancati gli errori: “Alla fine l’importante è che sia arrivato. Prima o poi, ogni cosa ha il suo momento. Non volevo affrettarmi e ottenere qualcosa in anticipo, quindi penso di aver fatto tutto come dovrebbe essere fatto. Sicuramente senza qualche errore sarei arrivato prima, ma penso di aver fatto una grande stagione. E penso anche che vincerlo all’ultima gara sia speciale, perché è vero che porta tutto al limite. Un errore può mandare tutto a mare, ma è più bello e la festa sarà sicuramente molto più intensa“.
Martin analizza gli sbagli che hanno allungato la corsa al titolo: “Soprattutto la Germania, direi. Mancava un giro e mezzo [quando è caduto, n.d.r.] Poi dici, cavolo, l’avevo già fatto, avevo già fatto tutto il lavoro. E poi anche Misano, quando mi sono fermato ai box perché pioveva [ha cambiato moto, Bagnaia era davanti a lui n.d.r.] … Sì, è vero che pioveva, ma la strategia doveva essere chiara: ‘Segui Pecco e se lui lo fa, fallo tu.’ Ebbene, senza quelle due gare avrei potuto vincere in Thailandia. Ma si può anche pensare il contrario. Alla fine l’importante è fare pochi errori, raccogliere tanti punti ogni volta che si può e il resto verrà da sé“.
“Marquez il migliore della storia con Rossi, Bagnaia in quel gruppo”
“Quando sono sceso in pista in questa stagione sembravo già forte e avevo fiducia, ma poi ho sempre avuto molti dubbi prima delle gare, molta tensione, il che è normale, ma forse più del normale. Quindi, alla fine, ora sono nella posizione in cui dico: ‘cavolo, posso farcela, giusto?’ Ed è vero che gli altri anni dovevo fare qualcosa di più per crederci e ora ci credo prima di farlo. Quindi questo mi aiuta a prepararmi per ciò che verrà“, spiega.
A Martin viene poi chiesto contro chi avrebbe voluto lottare per il Mondiale: “Ovviamente mi sarebbe piaciuto giocare un Mondiale contro i più grandi, contro Valentino Rossi, contro Marc Márquez, che è già in pista… O contro Casey Stoner, contro molti di quelli che ho visto ai tempi in cui ero bambino e guardavo le moto da casa. Era lì che volevo vedermi e ora sono in quella posizione. Ma alla fine ci sono, adesso c’è Pecco ed è lui che ho dovuto battere. E c’è anche Marquez, che è quello che dovevo battere”.
“E c’è Jorge Martín, che è quello che li ha battuti (ride). Quindi ritengo che Marquez sia il migliore della storia insieme a Valentino e Pecco entra in quel gruppo… Con i risultati che sta facendo per me ha già superato Stoner, per esempio. E ho battuto Pecco, quindi questo dove mi posiziona? Non è neanche per vantarsi. Ho i piedi per terra, so che ho tanto da fare, ma è chiaro che a livello sportivo mi considero al loro livello”.
“Il valore di un campionato dipende dai rivali”
La Spagna fa faville in MotoGP e Martin è apprezzato dai propri connazionali: “Sì, la verità è che è fantastico… Non so a livello di Coppa del Mondo, ma è chiaro che a livello generale, se guardi agli ultimi due decenni, è stato quando la Spagna ha iniziato distinguersi in questo sport. Quindi è normale che prima, con la 500cc e quando correvano su strada, gli americani ne avevano tanti. Sì, ce ne sono stati molti anche dopo, di più negli anni ’80, ma penso che nell’era moderna Spagna e Italia abbiano dominato questo sport al 100%“.
E’ più difficile vincere il titolo o ottenere il riconoscimento di averlo vinto? “Alla fine il valore di un campionato dipende dai rivali. Quindi se i rivali saranno bravi il campionato avrà più valore, se loro non saranno altrettanto bravi non ne avrà. Penso che nell’epoca in cui siamo, con Márquez, Bagnaia… in questo momento il livello è altissimo e forza, il valore di questo Mondiale è altissimo. Ma poi, a livello di marketing o a livello di ciò che ha mosso Valentino, sarà sicuramente quasi impossibile raggiungere quei numeri, pubblico o vendite, ma alla fine non posso controllarlo. So che a livello di guida non ho nulla da invidiare ai piloti d’altri tempi”.
“Avevo il terrore di ritirarmi senza vincere il Mondiale”
Martin una volta dichiarò: “La mia più grande paura è ritirarmi senza vincere un Mondiale”. Raggiunto l’obiettivo, lo spagnolo analizza le sue stesse parole: “Era un pensiero che avevo, che non avrò mai più (ride), ma avevo il terrore di dire: ‘Accidenti, se un giorno mi ritirassi e non vincessi un mondiale…’ . Esatto, è come se non avessi portato a termine ciò che mi ero prefissato. Quindi è stato difficile per me pensare a come avrei convissuto con tutto ciò, ma alla fine ci sono riuscito, quindi ho un dubbio in meno. Mi faceva già male pensarci prima, e ci sono momenti in cui soffri già di pensieri prima che le cose accadano e talvolta diventano realtà. Ma poi ho provato a pensare al contrario, tipo “lo otterrai, lo otterrai“, e alla fine ce l’ho fatta“.
E’ il primo a vincere con una squadra satellite dopo Valentino Rossi: “Penso che essendo il primo pilota dell’era MotoGP ad aver vinto un Mondiale con un team satellite, ho come rotto un muro, ma penso che sarà molto difficile che ciò accada di nuovo. Non credo che questo serva da precedente, è semplicemente successo, ma era molto difficile che accadesse, e beh è chiaro che alla fine tutto ciò che comporta l’assimilazione a Valentino o a uno dei grandi, beh, questo mi avvicina a loro, quindi è fantastico“.
“Sono contento che Pecco abbia attraversato la mia vita”
Bagnaia ha applaudito sul podio al Mondiale di Martin. Lo spagnolo parla della loro rivalità: “La rivalità rimane in pista, è molto evidente, penso che con Pecco abbiamo avuto delle lotte in Malesia, toccandoci per sette giri, e poi lui resta a guardare la mia festa, penso che sia una grandissima persona. Solo io e lui possiamo capire questo rapporto, perché abbiamo dormito insieme per due anni nella stessa stanza, cosa che in Moto3 e Moto2 non succede più, e poi si dà il caso che lottiamo per il mondiale, quindi sono molto felice che Pecco abbia attraversato anche la mia vita, in un modo o nell’altro, ora forse non è mio amico, ma ho un ottimo rapporto, ma lui è una persona fantastica, e beh, spero di poter combattere molto di più con lui“.
“Pochi arrivano in MotoGP, ancora meno nei team ufficiali”
Ora Martin si imbarca in una nuova avventura con Aprilia, lasciando il mondo Ducati: “La Ducati alla fine mi ha dato l’opportunità di arrivare in MotoGP, e non solo, ma mi hanno sempre dato fiducia, mi hanno dato ottimi contratti e una moto molto competitiva, soprattutto in questi ultimi due anni ho avuto le stesse armi di Pecco ed Enea (Bastianini), ed io siamo riusciti a batterli in pista, quindi questa è la cosa più importante. Pochi piloti arrivano in MotoGP, ma ancora meno raggiungono i team ufficiali, quindi essere finalmente arrivati sarà molto bello. Avere 150, 200 persone che lavorano solo per te, ingegneri che ti ascoltano e vogliono che tu vinca, penso che sarà unico e non vedo l’ora di provarlo per iniziare a sentire cosa vuol dire essere un pilota ufficiale”.
Lo spagnolo arriva nelle vesti da leader: “Penso che non potrò mai essere il ‘Capitano’ come lo era Aleix, perché lui ha speso lì nove anni, ha preso l’Aprilia dal nulla per vincere delle gare e lottare per il Mondiale. Ma posso prendermi quella responsabilità, posso contribuire, sento la responsabilità di essere il leader di questo progetto e farò quello che devo fare o quello che è in mio potere, per poter portare questa moto ai massimi livelli” .
“Vedo Pecco come favorito”
Un’analisi sulle sue aspettative per il 2025: “Nel 2025 alla fine vedo ancora una Ducati, non abbastanza, ma più superiore rispetto ad altri marchi, e direi anche una grande squadra con Pecco e Marc. Alla fine ci saranno tanti titoli in quel box (8), ma chi lo sa. La MotoGP va a epoche, c’è stata un’era Yamaha, un’era Honda, un’era Ducati… e chissà se la prossima sarà un’altra era, ma in questo momento vedo Pecco come favorito insieme a Marc molto da vicino; ma poi chi lo sa. Mi metterei lì in top-3 per magari lottare con loro in alcune gare, in altre soffrirò di più, ma poi l’importante è migliorare e fare passi avanti“, conclude.