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Andrea Iannone non correrà più in MotoGP e, consapevole e rassegnato, lancia accuse più o meno velate nei confronti della WADA dopo la condanna per doping: “La sentenza, punto 158, dice che anche esponendo elementi più concreti, nulla sarebbe cambiato – ha detto in un’intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’ – Nemmeno l’esame del capello, negativo e ben più rilevante, è stato preso in considerazione. Secondo me per Wada perdere l’appello avrebbe significato modificare i protocolli e le procedure antidoping. Vorrei dare un consiglio ai piloti: state attenti a ciò che fate”.
Andrea continua a sostenere di aver ingerito carne contaminata, ma le prove non ci saranno mai: “Quale governo, quale ristorante può ammettere pubblicamente di trattare carne avariata? E poi in quei giorni mangiai carne anche in pista, utilizzando il catering del circuito. Potrei rivolgermi al Tribunale Civile svizzero ma è un procedimento costoso e forse inutile anche perché sento il bisogno di disintossicarmi da tutto questo. Ho speso centinaia di migliaia di euro per niente”.
Non è sicuramente nel periodo migliore della propria vita, ma non si dà per vinto: “Non sono in lutto perché di questi tempi c’è chi subisce ben di peggio, ma ciò che è accaduto a me non lo si può capire dall’esterno. Mi sento piegato, ammaccato ma non spezzato. Vado avanti, andrò avanti comunque. Nessuno può fermarmi”.
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