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Andrea Dovizioso trionfa nel GP di San Marino 2018. Il pilota Ducati vince in solitaria davanti a Marc Marquez e Cal Crutchlow. Non va a punti invece Jorge Lorenzo che a due giri dal termine perde la moto e il secondo posto che fino a quel momento stava ottenendo ai danni del leader del mondiale.
PAGELLE
ANDREA DOVIZIOSO: 10 – Perde la prima fila sul filo di lana per mano di Viñales ed è 4° al via. Alla partenza ha la meglio su Viñales, ma Márquez lo infila, prima della curva del Carro dove riesce a sorpassare nuovamente lo spagnolo e al secondo giro anche Miller, trovandosi così 2°. Scavalca al giro 4 Lorenzo e scappa.
MARC MÁRQUEZ: 9 – Nel tentativo di prendere Lorenzo in qualifica al secondo tentativo cade all’ultima curva, ma di corsa riesce a raggiungere i box e a tornare in pista con l’altra moto. Alla fine, però, non riesce a migliorarsi a differenza degli altri e inesorabilmente cala fino al 5° posto in griglia. Al via sale al 3° posto con una staccatona, poi Dovizioso lo scavalca. Al terzo giro infila Miller rifilandogli una carenata e tornando in zona podio. Al giro 14, dopo aver seguito a lungo Lorenzo, lo scavalca portandosi 2°, ma il ducatista non si arrende e ci prova continuamente, finché ci riesce e gli torna davanti. A tre giri dal termine, però, il pressing del #93 funziona e Lorenzo cade: così facendo Márquez chiude il mondiale del ducatista spagnolo e contemporaneamente si prende il 2° posto. Dovizioso era imprendibile oggi, quindi va bene così.
CAL CRUTCHLOW: 8,5 – Nonostante una caduta, in qualifica riesce a prendersi il 6° posto. Viene passato da Rins, ma con la caduta di Miller recupera la posizione, seguito da Rossi come un’ombra, poi però guadagna sul pilota di casa e va anche a passare Viñales prima e Rins poi. È l’unico a mantenere un ritmo quantomeno decente rispetto ai primi tre che appartengono a un’altra categoria, quindi è per lui ovvio approfittare della caduta di Lorenzo per prendersi il terzo gradino del podio. Ottima gara.
ÁLEX RINS: 8,5 – Lo spagnolo della Suzuki è 10° in griglia. La sua partenza è ottima: scavalca Zarco, Petrucci, Rossi e Crutchlow, portandosi 6°. Con la caduta di Miller sale 5°, poi è bravo a scavalcare Viñales al giro 4, prendendosi così il 4° posto. Al giro 9 va leggermente lungo in curva 1 e Crutchlow lo scavalca. Gara quasi perfetta, fosse arrivato a podio sarebbe stato da 10.
MAVERICK VIÑALES: 7 – È autore di un tempone all’ultimo tentativo e raggiunge la prima fila: 3° posto per lo spagnolo. Parte male al via e scende al 5° posto, poi Crutchlow lo passa al giro 6. Al traguardo è 5°, considerando la moto che si ritrova tra le mani sarebbe stato difficile fare meglio.
DANIEL PEDROSA: 7 – Passa il Q1 con relativa tranquillità, ma in Q2 non è mai competitivo ed è solo 11°. È rapido nelle prime fasi di gara, quando riesce a risalire all’8° posto, poi al giro 7 scavalca anche Rossi, salendo 7°. Al termine è 6°, una gara molto buona rispetto alle ultime, abuliche uscite. Voto d’incoraggiamento, ma non dimentichiamo che guida la stessa moto di Márquez.
VALENTINO ROSSI: 6 – Nell’ultimo tentativo non è competitivo ed è solo 7° in griglia, mentre il compagno agguanta la prima fila. Non ha ritmo in gara, al giro 7 viene passato da Pedrosa. Non combina nulla e si limita a girare, chiude 7° dopo il volo di Lorenzo con una moto che non ha il minimo ritmo.
ANDREA IANNONE: 6 – Non entra per un decimo in Q2 ed è costretto a partire 13°. Non male il suo ritmo, dopo 7 giri si ritrova 9°. Non viene praticamente mai inquadrato, si accoda a Rossi ma non riesce nemmeno ad imbastire un tentativo di sorpasso. Al termine è 8° grazie alla caduta di Lorenzo. Una gara di per sé discreta, ma Rins lo massacra.
ÁLVARO BAUTISTA: 7,5 – Infligge un distacco pesante al compagno di squadra in Q1 e ottiene il 5° tempo, che lo porta 15° in griglia. È veloce nella prima parte di gara e con una buona partenza tiene un ottimo 11° posto. Riesce poi a prendere Morbidelli, salendo così 10°. Come spesso accade, è abile ad approfittare degli errori degli altri e conclude addirittura al 9° posto, una grande gara.
JOHANN ZARCO: 6 – Fa la differenza come sempre in qualifica nonostante una moto poco competitiva e riesce a prendersi il 9° posto. Parte malissimo e dopo poche curve è 13°. Come anche le due ufficiali, anche la sua Yamaha non va e mantiene un deludente 12° posto successivo alla caduta di Miller. Recupera poi qualcosa andando a scavalcare Morbidelli, riportandosi 11°. Chiude 10° dopo il volo di Lorenzo, gara difficile con una moto che proprio non voleva saperne di andare.
DANILO PETRUCCI: 5,5 – Accusa in qualifica tre decimi da Miller, ma tra i due si mettono altri cinque piloti e l’italiano è 8°. La moto gli si spegne già nel giro di ricognizione, ma riesce a tornare in posizione. Forse ha, però, comunque qualche problema, dato che non ha minimamente ritmo e dopo poche tornate è 13°. Come se non bastasse, si prende 1,1 secondi di penalità sul tempo di gara per un taglio di pista. Riesce a passare Morbidelli al giro 18, torna 12°, poi 11° per la caduta di Lorenzo e lì chiude. Non un buon weekend, vedendo la velocità messa in mostra dalla sua moto.
FRANCO MORBIDELLI: 6,5 – Riesce per un decimo a escludere Iannone dal Q2 e ad entrare nella seconda sessione per la prima volta in stagione. In compenso, avendo un solo treno di gomme, in Q2 può fare un solo tentativo, ma cade e resta 12°. Parte benissimo portandosi 10°, poi si attacca a Pedrosa e lo segue, prima di essere sorpassato da Iannone. Cala alla distanza, così anche Bautista, Zarco e Petrucci lo risorpassano e lui scende 13°, tornando 12° con la caduta di Lorenzo. Gara buona.
TAKAAKI NAKAGAMI: 7 – Con la vecchia Honda, è 19° alla partenza, poi è il primo della seconda parte di griglia, con il 14° posto ottenuto nella prima parte di gara. Lo mantiene senza problemi e anzi diventa 13° dopo il volo di Lorenzo: fare meglio di così era impossibile.
ALEIX ESPARGARÓ: 6,5 – La migliore Aprilia in qualifica è quella dello spagnolo, che precede di mezzo secondo il compagno Redding ed è 16° al via. Viene passato da Nakagami e lo insegue, senza però riuscire a pressarlo. Una gara solida, senza mettersi nei guai: è 14°.
MICHELE PIRRO: 6 – Resta escluso dal Q2 per un paio di decimi e si schiera 14°. Viene passato da Nakagami ed Aleix Espargaró, poi anche da Smith e viene chiuso a sandwich tra il britannico e Bradl, poi però riprende il primo e sale 16°. Fa il possibile da wild card con poco ritmo gara e chiude 15° dopo la caduta di Lorenzo.
JORGE LORENZO: 5 – In qualifica è inumano, imprendibile anche per l’alieno Márquez, che per cercare di prenderlo cade: pole position e record della pista. Al via mantiene la posizione con tranquillità e prova la fuga, cosa che non gli riesce e il compagno Dovizioso lo scavalca. Al giro 14 anche Márquez lo passa e il maiorchino scende 3°, ma non ci sta e si riattacca al connazionale della Honda, iniziando poi un gran duello con lui. Al giro 19 lo sorpassa, poi si deve difendere, ma alla staccata della Quercia, a soli due giri dal termine, cade, uscendo matematicamente dalla lotta Mondiale, buttando via tutto il buono che aveva fatto fino ad allora. Chiude 16°.
BRADLEY SMITH: 6 – Il britannico riesce a far meglio sul giro secco rispetto al compagno convalescente, lo precede di mezzo secondo e parte 17°. Nella prima parte di gara è passato da Nakagami, mentre lui supera Pirro e Bradl, ma i due lo riprendono a metà gara e scende 18°, poi 17° con la caduta del tedesco e lì resta, non riuscendo a riprendere l’italiano della Ducati e concludendo in quella posizione.
HAFIZH SYAHRIN: 5,5 – Stavolta il malese delude le aspettative in qualifica a Misano, dove è solo 25° e penultimo. Si libera con facilità di Abraham, Lüthi e Redding, poi con la caduta di Miller sale 20°. Scavalca anche Pol Espargaró e sale 19° al giro 11. Corre perlopiù da solo e approfitta di caduti e ritiri per risalire un minimo la china, ma non vede la zona punti. Anche Miller lo scavalca, al termine è 19°.
JACK MILLER: 5 – L’australiano riesce a prendersi una prima fila abbastanza clamorosa, è 2° a tre decimi da Lorenzo. In partenza riesce a tenere, ma in due tornate Dovizioso e Márquez lo infilano, facendolo scendere al 4° posto. Al giro 4, però, cade al Carro: si rialza, ma è in fondo al gruppo, davanti al solo Ponsson. Rimonta un minimo, passando Redding, Lüthi e Abraham e con la caduta di Bradl e il ritiro di Pol Espargaró risale 19°, posizione in cui conclude. Occasione buttata, finisce 18°.
KAREL ABRAHAM: 6 – Il ceco è 24° al via, molto lontano da Bautista. Alla partenza è bravo a saltare davanti a Lüthi e Redding, prendendosi così il 22° posto che diventa 21° con la caduta di Miller, poi 19° con quella di Bradl e il ritiro di Pol Espargaró, prima che Miller al giro 20 lo riprenda e lo faccia scendere nuovamente 20°. Termina 20° una gara discreta per i suoi standard.
SCOTT REDDING: 5,5 – L’highlander mancato di Silverstone non si riesce ad avvicinare al compagno di squadra, dal quale prende mezzo secondo e parte dal 21° posto. Al via è passato da Abraham, poi inizia a duellare con Lüthi, dal quale viene alla fine superato. Non ha ritmo, viene ripreso anche da Miller, dopodiché riprende la lotta con Lüthi nell’ultima parte di gara e vince lui. Chiude 21°.
THOMAS LÜTHI: 5 – Lo svizzero qualifica la sua Honda al 23° posto, lontanissimo dal compagno, quel Morbidelli che riesce a entrare in Q2, male sul giro secco. Miller lo passa al giro 18, ma col ritiro di Espargaró e la caduta di Bradl mantiene il 21° posto. Poi duella a lungo con Redding e perde: è 22°.
CHRISTOPHE PONSSON: SV– Il francese sostituto di Rabat, con la vecchia Ducati del 2016, non riesce a fare meglio dell’ultima posizione in qualifica e accusa ben tre secondi di distacco dal penultimo Syahrin. È ultimo e staccatissimo, viene pure doppiato. È ingiudicabile, semplicemente inadeguato alla categoria, ma almeno non fa danni e vede il traguardo.
POL ESPARGARÓ: 5,5 – Lo spagnolo torna a correre dopo l’infortunio e in qualifica a Misano accusa mezzo secondo dal compagno, scattando così 20°: guadagna la piazza 19 con la caduta di Miller, scende nuovamente 20°. Al giro 20 si ritira per un problema tecnico.
STEFAN BRADL: 5 – Con la HRC non riesce minimamente ad avvicinare al tempo di Pedrosa in Q1, dal quale accusa ben un secondo e scatta dalla piazzola numero 18, posizione che perde in gara fino alla caduta di Miller che lo fa risalire 18°. Al giro 15 scavalca Smith, salendo 17°, fino a quando cade in curva 1 al giro 18.
XAVIER SIMEON: 4,5 – Il belga, per la prima volta sulla Desmosedici del 2017, è autore di una qualifica buona per i suoi standard, si schiera 22°. Rovina tutto cascando al giro 2.