Non c’è stato niente da fare per Jason Dupasquier. Il giovane pilota, 19 anni di età, è scomparso stamattina all’ospedale Careggi di Firenze, dopo tutti i tentativi possibili per salvare la situazione in seguito all’incidente di ieri. A nulla, purtroppo, è servito il lavoro dell’equipe che ha seguito lo svizzero fin dal suo arrivo in elicottero. E’ risultato fatale l’incidente di ieri, quando all’arrabbiata 2 sul circuito del Mugello ha perso il controllo della sua KTM, venendo prima colpito dalla sua stessa moto, e successivamente da alcuni piloti che non sono riusciti a evitarlo in tempo, viste le alte velocità e la vicinanza tra loro. Una morte che fa ancora una volta riflettere sui rischi che si possono correre in questo sport, in cui le alte velocità non permettono di avere livelli di sicurezza estremi, nonostante le tantissime precauzioni.
LA CARRIERA – Figlio d’arte (il papà era un pilota di motocross), Dupasquier fin da piccolo aveva approcciato alle moto. Così, a soli 19 anni di età, vantava già enormi esperienze nel mondo delle due ruote. L’elvetico vince nel 2016 la ADAC Junior CUP, mentre nel 2017 si aggiudica la North European Cup di Moto3. Nel 2019 spazia tra il campionato spagnolo di velocità e la Rookies Cup, mentre è nel 2020 che fa il suo esordio nella Moto3 del Motomondiale. Quest’anno la partenza era stata ottima, con già 27 punti conquistati in cinque gare e il settimo posto di Jerez come miglior risultato. Il mondo del Motomondiale si è stretto intorno alla famiglia del pilota, con i protagonisti di tutte le categorie che hanno omaggiato in questa domenica il nome di Jason Dupasquier.