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Aleix Espargarò, pilota spagnolo dell’Aprilia, ha rilasciato una lunga intervista a ‘Marca’. A quasi 33 anni il suo sogno è portarsi a casa il Mondiale in MotoGP: “Sì, l’esempio del Leicester è giusto. O anche la Brawn Gp quando vinse il Mondiale di Formula Uno con Button. Sono due buoni esempi ma loro hanno vinto, noi ancora no. Ci serve regolarità. Credo che siamo veloci, se non lo fossimo non potremmo vincere il titolo, anche se mi manca ancora qualcosa, specie nei confronti di Quartararo, e all’Aprilia manca qualcosina in termini di costanza di prestazioni su tutti i circuiti rispetto alla Yamaha. Ma Fabio ha una pressione che noi non abbiamo. Ma non vedo nessuno che sia più veloce o più costante di noi. Martin e Bagnaia, per esempio, sono molto veloci ma finora non sono stati costanti. Lo sono le Suzuki che però non sono veloci come noi. Fabio ha entrambe le cose, per questo credo sia l’uomo da battere per tutti”. Espargarò non avrà rimpianti comunque vada a finire: “Sarei molto ingiusto con me stesso se mi basassi solo sui risultati. Certo che mi piacerebbe ritirarmi con due o tre titoli e 14 vittorie ma non tutti possono vincere, io da piccolo sognavo di dedicarmi alle moto e ci sono riuscito”. L’iberico ha anche confessato che vorrebbe più piloti come lui, senza peli sulla lingua: “In questo mondo cerchiamo di professionalizzare così tanto che alla fine è una noia, tutti dicono le stesse cose: ‘Grazie alla mia famiglia, al mio team, abbiamo fatto un buon lavoro’. A volte bisogna essere più politically correct ma stiamo standardizzando troppo tutto e questo non mi piace”.
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