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L’Italia sta pian piano ripartendo dopo l’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19 e, tra le altre regioni, l’Emilia-Romagna è una delle più attive, anche sotto il profilo sportivo. Il governatore Stefano Bonaccini, infatti, oltre alla conferma del Gran Premio di MotoGp a Misano, è riuscito ad ottenere anche una seconda gara per questa edizione del Motomondiale. La pista intitolata a Marco Simoncelli, dunque, ospiterà le gare il 13 ed il 20 settembre, per la grande soddisfazione dl presidente di Regione, che ha espresso le proprie sensazioni a ‘Tutti Convocati’ su Radio24′: “Mi auguro che possano esserci anche i tifosi. Per ora non si può ma dipende dalla curva epidemiologica. Spero che sia possibile, che almeno una parte di persone possa entrare, sarebbe anche la dimostrazione che la curva dei contagi e’ crollata. Ci sono oltre un miliardo di appassionati nel mondo che seguono i motori e che vedranno le immagini della MotoGP. Lo faranno due volte, oltre ai giorni delle prove, e avremo la possibilita’, se saremo capaci, di promuovere la Romagna, l’Emilia, la riviera di Rimini, possiamo dimostrare che qui il turismo e’ possibile in sicurezza. Vogliamo tornare a essere una delle industrie turistiche piu’ importanti al mondo. E se possiamo fare entrare delle persone nel circuito, ancora meglio”.
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Bonaccini ha anche confessato di essere costantemente in contatto con il ct della Nazionale di ciclismo, Davide Cassani, per provare a raggiungere un importante obiettivo: “Vorrei portare il Tour de France in Italia fra qualche anno. Lo sport e’ un valore fondamentale. Pensate a quanto si risparmierebbe sulla spesa sanitaria pubblica se si combattesse l’obesita’ con l’attivita’ motoria o se portassimo in mezzo agli altri i ragazzi che, anziche’ restare con la testa china sullo smartphone, imparerebbero cosa significa stare insieme. Lo sport e’ anche un veicolo fondamentale di comunicazione: oggi musica e sport sono i piu’ potenti veicoli di promozione di un territorio. E’ nato tutto da una videoconferenza con Carnevali del Sassuolo, Fenucci del Bologna e i dirigenti di Spal e Parma. Dalla settimana successiva qualsiasi calciatore sarebbe potuto tornare a correre nei parchi ma per i professionisti era molto piu’ sicuro farlo sui campi sportivi dei propri club, senza assembramenti. Era una decisione che tutelava chiunque”.
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