Nel weekend passato si sarebbe disputato il Gran Premio del Mugello di MotoGP e invece a causa dell’emergenza coronavirus non si è potuto tenere l’appuntamento consueto di primavera in Toscana. E due piloti di casa come Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci, all’ultimo anno in coppia in Ducati – arriverà Miller – sono stati tra i protagonisti di un’intervista doppia a La Gazzetta dello Sport: “Il Mugello è la gara dell’anno per qualsiasi italiano, da quando inizi a correre nel Mondiale è il tuo sogno. Riuscire poi a vincere tutti e due sulla Ducati è ancora più emozionante. L’atmosfera che vivi lì non la trovi da nessuna parte”, spiegano.
Tutti e due hanno vinto – nel 2017 Dovizioso, nel 2019 Petrucci – al Mugello: “Per me è stato bello anche perché lo scorso anno ho condiviso tanto tempo con Andrea e ritrovarsi su quel podio. Lui nel 2017 vinse una gara pazzesca, la prima di tante in una stagione in cui si giocò il Mondiale e io finii terzo, lo scorso anno è successo a parti inverse. Però mi emozionai di più nel 2017, fu il mio primo podio vero in una gara storica e con una moto satellite. E mi misi a piangere come invece non feci l’anno scorso: come screenshot del telefono ho la foto di quel giorno con Andrea che mi alza gli occhiali mentre piango”.
Un rapporto di rivalità quello tra i due piloti italiani, ma soprattutto di amicizia, come spiega Dovizioso: “Tra noi c’è tanta rivalità, sarebbe sbagliato negarlo. Però ci sono la maturità, l’intelligenza e la tranquillità nel vivere il nostro sogno di essere piloti professionisti. So che da molti questa cosa è vista in modo negativo, ma non siamo obbligati a odiarci”. E Petrucci racconta: “Io lo scorso anno gli dedicai la vittoria, mi venne dal cuore perché Andrea mi ha davvero dato tanto, e non è scontato. Lui è prima di tutto una bella persona e sono contento di averlo vissuto umanamente e sportivamente”.
Sarà una stagione particolare di Motomondiale quella che attende i due piloti Ducati. Dovizioso ne è ben consapevole: “Sarà diverso e per nulla facile, con meno gare bisognerà partire subito aggressivi ma un errore rischi di pagarlo caro. Marquez ovviamente è il pilota da battere, ma ho visto molto in forma i piloti Yamaha”. Dello stesso avviso Petrucci: “Siamo in tanti. In più correndo solo su 6-7 circuiti non ci sono troppe piste favorevoli alla Ducati: sì, c’è l’Austria, ma lì Andrea ha vinto lui due volte all’ultima curva, non la moto. Nessuno potrà sbagliare, ma nella posizione in cui sono io non ho niente da perdere, voglio togliermi delle soddisfazioni personali al di là di quello che sarà il futuro”.