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Sofia Raffaeli - Foto Ferraro/CONI
“Principalmente sono molto perfezionista, nello sport mi ha sempre aiutato esserlo, a superare ogni mio limite, anche quando arrivavo a un certo punto, perché sembrava il massimo e cercavo sempre di più. E’ sempre stato un punto di forza, ma alle volte anche un po’ un difetto, mi limitavo quando ero piccola volendo troppo rispetto a quello che dovevo fare”. Per diventare una campionessa come Sofia Raffaeli serve anche una feroce ambizione e la capacità di capire quale sia il massimo obiettivo da poter raggiungere. Una forma di sano perfezionismo che la fuoriclasse della ginnastica ritmica italiana e mondiale non nasconde in un’intervista esclusiva a Sportface, e che risale a quando era ancora una bambina: “Anche a scuola ero super perfezionista, volevo a tutti i costi il massimo di voti, poi mi sono concentrata sulla ginnastica che è diventata la mia vita”, ha rivelato.
Giovanissima ma già super vincente a 21 anni, con 5 ori ai Mondiali e altrettanti agli Europei, per Raffaeli tutto è cominciato un po’ per caso, quando da appassionata era andata a vedere una gara con Julieta Cantaluppi: “Lei mi chiamò nel campo di prova, mi ha fatto fare un ponte e una spaccata e mi ha detto ‘Da domani vieni in palestra’ – ha raccontato – Ho capito che volevo far quello, è sempre stato il mio sogno diventare come le grandi ginnaste che vedevo in tv. Ed essere io quell’ispirazione per le bimbe adesso mi appaga tantissimo. Cantaluppi era un grandissimo idolo. A seconda del codice che cambiava, molte ginnaste sono diventate il mio punto di riferimento, cercavo di prendere qualcosa da ognuna di loro”, ha aggiunto.
LE PAROLE DEL BRONZO OLIMPICO
La marchigiana è inevitabilmente il punto di riferimento nonché la beniamina di tutti gli appassionati e di tutte le appassionate di ritmica, e il tifo sfrenato è per lei un ulteriore punto di forza: “Molte volte devi essere concentrata, perché i tifosi urlano e fanno il tifo e tu devi cercare di estraniarti da tutto, ma è una cosa bellissima avere tutto questo sostegno – ha ammesso Raffaeli – E’ quella forza che ti danno per fare un po’ di più, sempre”. “Quando sei piccola, soprattutto, è difficile gestire la pressione. Però c’è anche la consapevolezza che anche quando andrà male i tifosi ti sosteranno: c’è sempre voglia di far bene, ma sai che attorno hai a prescindere grande affetto”, ha ribadito il bronzo olimpico a Parigi.
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Uno dei segreti di Sofia è la capacità di sfruttare ogni giorno e ogni allenamento per imparare qualcosa: “In ogni gara e ogni allenamento c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare. Avere sempre qualcosa in più da imparare mi emoziona tantissimo – ha raccontato – Le Olimpiadi sono state la gara più magica, è stato un sogno unico, quando uno va lì deve godersela appieno, è ovvio che c’è la concentrazione della gara, ma è anche difficile arrivarci e partecipare a un’altra edizione. L’emozione che mi fa stare meglio è quando so che ho dato il massimo in pedana”.
E sulla routine quotidiana alla base delle sue… routine internazionali: “Ci alleniamo dalle 8.30 fino all’1.30, cominciamo con il riscaldamento, poi danza classica e due attrezzi, poi nel pomeriggio dopo la pausa pranzo altri due attrezzi, quindi tornando a casa studio un po’ la sera e ceno – ha concluso – E’ così tutti i giorni: qualcuno potrebbe chiedermi come faccio, ma per me è un vero e proprio lavoro”.