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Marco Lombardi ha fatto 100. Il podista livornese, tesserato per l’Atletica Libertas Runners Livorno, partecipando domenica scorsa in Inghilterra alla Canalathon 100km, ultramaratona disegnata lungo il fiume che congiunge Liverpool e Manchester, ha infatti portato a termine la sua 100^ gara su distanza uguale o maggiore alla maratona. Un elenco di gare impressionante, a cui Lombardi ha dato il via nel 2011 con la partecipazione alla Mugello Marathon, passando per alcune delle competizioni di lunga distanza più affascinanti, tra cui spicca la 100km del Passatore.
Marco, iniziamo dalla fine. Perché hai scelto una gara in terra inglese?
Volevo che la mia centesima gara di distanza uguale o superiore alla maratona fosse proprio una 100km. In Inghilterra abita mia cognata ,per cui ho deciso con mia moglie che la Canalathon 100km potesse essere la manifestazione giusta. Devo ringraziare i miei cognati che sono venuti appositamente a Manchester per aiutarci con l’assistenza lungo il percorso.
Raccontaci questa Canalathon 100km.
La gara parte da Sowerby Bridge e si dirige verso Manchester lungo un tracciato di 50km. A Manchester è previsto il giro di boa, per far ritorno a Sowerby. Il percorso non è per nulla facile: si costeggia il fiume Canalathon, per cui di asfalto ne ho visto ben poco. Mi sono trovato ad affrontare continui saliscendi, passaggi su pontili e tavole di legno piuttosto strette, lunghi tratti sterrati e strade romaniche. Come se non bastasse avevamo l’obbligo di indossare uno zainetto con tutto il materiale necessario per la gara, pena la squalifica. Un’avventura bella ma impegnativa.
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Una gara impegnativa in cui hai ottenuto un brillante secondo posto.
Si, anche se il tempo non è stato eccezionale. Ad onor del vero, occorre considerare che sono anche riuscito a perdermi 4 volte (ride, ndr). Il percorso forse non era tracciato al meglio, per cui ho finito per lasciare in strada minuti preziosi. Pazienza, fa parte del gioco. L’importante è essermi divertito ed aver avuto sensazioni finalmente incoraggianti. Nell’ultimo periodo non ho ottenuto molti risultati soddisfacenti, ma io non sono un tipo che molla. Continuo a lavorare duramente, confidando di poter tornare ai livelli di forma ottimale e raggiungere nel lungo periodo gli obiettivi che mi sono prefissato.
Sfogliamo per un attimo l’album dei ricordi. Quale, tra queste 100 gare, è stata la più difficile?
Non ho dubbi: la 100km di Seregno, edizione 2013, e quel che ne seguì. Ricordo che dopo neanche 20km mi procurai una lesione al quadricipite. Decisi di continuare pur dovendo sopportare dolori lancinanti alla gamba. Terminai la gara in terza posizione assoluta, con un tempo di 7h59’. Il giorno dopo ero totalmente incapace di deambulare: gli accertamenti clinici evidenziarono 3 lacerazioni di 2mm ciascuna al quadricipite sinistro. Ho passato un momento molto travagliato, allenandomi con abnegazione come potevo in piscina e palestra.
Quanto tempo sei stato lontano dalle gare?
I medici mi avevano dato una prognosi di 6 mesi. Io sono tornato a correre dopo 6 settimane, chiudendo la 100km del Passatore in 9 ore. Proprio in quel periodo ho capito di essere un ultramaratoneta, nel fisico, nel cuore e nell’animo.
Come si prevengono gli infortuni nel tuo sport?
A mio avviso, quando si praticano le lunghe distanze, l’unico modo per prevenire gli infortuni è inserire, insieme agli allenamenti di corsa, anche delle sessioni di potenziamento in palestra. Occorre allenare tutti i muscoli del corpo, avendo però l’accortezza di non caricare esageratamente.
Per quanto riguarda invece l’alimentazione?
Seguo un’alimentazione, sana, variata e soprattutto equilibrata. Da qualche mese mi avvalgo inoltre del supporto di Jacopo Guerci, un nutrizionista molecolare, che mi aiuta a scegliere adeguatamente i nutrienti più funzionali al tipo di allenamento e/o gara che devo affrontare. Inoltre, soprattutto nei periodi di carico intenso, in cui lavoro almeno per 3-4 ore al giorno tra corsa, palestra o attività aerobiche come bicicletta, uso gli integratori Inkospor, che favoriscono un più rapido reintegro e recupero delle energie
Ti faccio una domanda scomoda. Il mondo dell’ultramaratona è stato più volte scosso dai casi di doping. Che cosa ne pensi?
E’ una piaga assoluta, che danneggia soprattutto gli atleti onesti. Molto spesso, quando i casi di doping toccano nomi famosi, si insinua negli osservatori l’idea che chi ottiene determinati risultati possa farlo unicamente perché ricorre a sostanze illecite. Questo non è vero, occorre dirlo e scriverlo a caratteri cubitali. E’ l’aspetto del doping che mi ferisce di più: si riescono ad ottenere dei buoni risultati lavorando in maniera onesta. Questo è fuori di dubbio. Detto ciò, le sentenze spettano ai tribunali: l’unica cosa che possiamo fare è lavorare per diffondere con sempre maggior forza la cultura di uno sport pulito.
Domenica hai dedicato il tuo piazzamento a papà Gino. Chi conosce il mondo dell’ultramaratona, sa che è un tuo grande tifoso e ti segue spesso in gara.
Si è vero, il mio babbo è il mio primo tifoso. A seguito di un incidente occorso circa un anno fa, ha dovuto subire diversi interventi che ne rallentano la ripresa. Io però lo aspetto, perché quando mi accompagna lui, in gara è tutta un’altra storia. Riesce a trasmettermi un’energia incredibile, che mi spinge ad andare oltre ogni difficoltà
Hai già pensato alla gara n. 101?
Sono stato invitato alla 6 Ore di Corato in Puglia, prevista il 28 Aprile. Farò di tutto per partecipare, perché questo 100 inizia già a starmi stretto (ride, ndr).
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